«Potete riattivare subito i pagamenti - ha detto allora il Dl sblocca-debiti a Comuni e aziende - e utilizzare gli stessi strumenti di riscossione che avete impiegato l'anno scorso». Intervento risolutivo? Nemmeno per sogno. Nell'Italia delle mille emergenze incrociate, mentre si chiude una falla se ne aprono altre due. Zitto zitto, mentre la politica si affannava sull'Imu, si avvicinava il 1° luglio, data di addio di Equitalia alla riscossione locale, e due settimane fa l'agente nazionale della riscossione ha chiesto agli enti locali di non inviare nuovi ruoli. Peccato che, soprattutto nelle tante realtà medio-piccole, proprio Equitalia fosse lo strumento di riscossione impiegato l'anno scorso. Il risultato è un compagno ormai abituale del Fisco locale: il caos. Mentre le aziende più grandi già gestivano direttamente la riscossione, negli ambiti medio-piccoli è un fiorire di soluzioni: ci sono aziende a cui il Comune A ha chiesto di attivarsi per riscuotere mentre il Comune B prova a raccogliere le entrate in proprio, e soprattutto ci sono tanti casi in cui le alternative mancano. Molti studiano l'affidamento con gara, ma tra bando, selezione e possibile contenzioso i tempi si allungano ben oltre luglio. «È il nuovo capitolo di un calvario - spiegano da Federambiente - in un quadro già segnato dalla complessità di una normativa confusa, contraddittoria e inefficace». Su un terreno così accidentato, molte imprese «rischiano di non poter più garantire il servizio», aprendo l'ennesima emergenza rifiuti nel Paese. Visti i tempi, l'unico tampone possibile sembra oggi un nuovo rinvio dell'uscita di Equitalia, di cui già si discute insistentemente. Qualunque sia la soluzione, l'unico dato certo è che occorre fare in fretta, perché mai come in questo caso il tempo è denaro.