Ampi poteri ai comuni sulle agevolazioni fiscali per i nuovi tributi sui rifiuti e i servizi indivisibili (Trise). Potranno infatti concedere riduzioni tariffare e esenzioni anche legate al reddito familiare. Le agevolazioni potranno essere collegate alla capacità contributiva dei contribuenti, desunta gli indicatori della situazione economica (Isee). Lo prevede la bozza della legge di Stabilità nel testo aggiornato che è stato presentato ieri al Senato.Il testo del disegno di legge, dunque, concede agli enti la facoltà di stabilire riduzioni e esenzioni senza limiti. Novità importante è senz'altro quella che consente di tener conto della situazione familiare dei contribuenti soggetti al prelievo. I benefici fiscali si applicano ai due nuovi tributi, sebbene con regole diverse.Tari. Le amministrazioni locali dal prossimo anno avranno la facoltà di stabilire, con regolamento, riduzioni tariffarie o esenzioni Tari per particolari situazioni espressamente individuate dalla legge. Potranno essere deliberate riduzioni della tassa per il servizio di smaltimento rifiuti in presenza di determinate situazioni in cui si presume che vi sia una minore capacità di produzione. A queste riduzioni, tra l'altro, a differenza della Tares, non viene più fissato un tetto massimo. La riduzione della tariffa potrà superare il limite del 30%, che è imposto per il regime di prelievo attualmente vigente. Inoltre, nei casi previsti dalla legge in cui il comune ha il potere di deliberare le riduzioni tariffarie, potrà anche andare oltre fino ad arrivare al riconoscimento delle esenzioni. In particolare, questi benefici possono essere concessi per: abitazioni con unico occupante; abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo; locali e aree scoperte adibiti a uso stagionale; abitazioni occupate da soggetti che risiedono o hanno la dimora, per più di 6 mesi all'anno, all'estero; fabbricati rurali a uso abitativo. A questi si aggiunge, poi, l'agevolazione mirata ai soggetti meno abbienti, che hanno una ridotta capacità contributiva, misurata anche attraverso l'Isee.Tasi. Quest'ultima agevolazione per le famiglie bisognose potrà essere estesa alla Tasi, anche se limitato alle sole riduzioni tariffarie. Dunque, i contribuenti meno abbienti tenuti al pagamento del tributo sui servizi indivisibili, e tra questi non solo i proprietari ma anche gli inquilini, potranno fruire di uno sconto sul quantum dovuto. La Tasi serve a coprire i costi per i servizi indivisibili sostenuti dai comuni (trasporto locale, illuminazione pubblica e così via). Anche i titolari di immobili adibiti ad abitazione principale, esonerati dall'Imu, dovranno versare l'imposta con un'aliquota massima del 2,5 per mille. Del resto, il tributo è dovuto da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo fabbricati, aree scoperte e edificabili. Qualora vi siano più possessori o detentori, tutti sono tenuti in solido all'adempimento dell'obbligazione. A differenza dell'Imu, però, la tassa sui servizi la paga anche l'inquilino nella misura che varia dal 10 al 30%. La parte restante è a carico del titolare dell'immobile. La scelta della percentuale di tassazione è demandata ai comuni e va fissata con regolamento. Il tributo dovrà essere calcolato sul valore dell'immobile preso a base per la determinazione dell'Imu. Pertanto, occorre fare riferimento alla rendita catastale rivalutata per i fabbricati e al valore di mercato per le aree edificabili.