La Tasi chiama alla cassa anche i semplici utilizzatori degli immobili, che dovranno pagare una quota variabile dal 10 al 30% secondo le decisioni dei singoli Comuni.
Il valore di riferimento per calcolare il nuovo tributo è lo stesso dell'Imu, cioè la rendita catastale rivalutata e moltiplicata per gli appositi coefficienti (160 per le abitazioni). L'aliquota di base è pari all'1 per mille e i comuni possono azzerare del tutto il tributo. L'aliquota massima per il 2014 è al momento fissata al 2,5 per mille, ma si sta già pensando ad un correttivo che consenta ai comuni di aumentare le aliquote dallo 0,1 fino allo 0,8 per mille complessivo. Proposta che non ha ancora visto la luce e sulla quale si continua a discutere anche per via delle tensioni all'interno della maggioranza di Governo. La normativa pone peraltro il vincolo che la somma della Tasi e dell'Imu non possa eccedere il 10,6 per mille, che è l'aliquota massima di legge vigente per l'Imu. Questo significa che se il comune ha deliberato l'aliquota massima della Tasi (2,5 per mille), l'Imu non potrà eccedere l'8,1 per mille. La disciplina del tributo prevede poi una serie di agevolazioni (unico occupante, abitazioni a disposizione, eccetera) rimesse alla discrezionalità dei comuni, i quali dovranno decidere se introdurre apposite detrazioni a favore delle abitazioni principali e stabilire anche le scadenze dei pagamenti.
Si rischia così di dare vita ad un'imposta dai mille volti, con calendari locali a geometria variabile e diversi elementi da prendere in considerazione. La Tasi non va però in autoliquidazione, quindi i contribuenti dovranno tranquillamente attendere l'invio dei modelli di pagamento precompilati. Ciò presuppone che l'ente abbia l'esatta conoscenza dei soggetti passivi e delle basi imponibili, per cui occorrerebbe un software che riesca ad integrare i dati degli identificativi catastali con quelli degli occupanti. Senza considerare poi che la dichiarazione va presentata entro il 30 giugno dell'anno successivo, per cui il comune verrebbe a conoscenza del nominativo dell'occupante (in caso di comodato o locazione) entro il 30 giugno 2015, ma nel 2014 dovrebbe inviare i bollettini di pagamento. Insomma la gestione del nuovo tributo si presenta piuttosto complessa e non del tutto lineare.
Sul fronte dei contribuenti resta peraltro incerto il peso fiscale, anche in considerazione della diversa incidenza della Tasi a seconda se si è possessori o utilizzatori. Molto dipenderà da come gli enti decideranno di ripartire il tributo tra inquilini e proprietari: i primi nella misura compresa tra il 10 e il 30%, la restante parte a carico dei proprietari. In caso di abitazione principale la Tasi è comunque a carico del solo proprietario, che deve necessariamente coincidere con l'utilizzatore. Per le case in locazione invece il tributo va ripartito tra proprietario ed inquilino, ad eccezione delle detenzioni temporanee di durata non superiore a sei mesi, per le quali la Tasi è dovuta dal solo possessore.