Ieri, fra l'altro, si è verificato un piccolo giallo: la tabella con il dettaglio delle cifre comune per comune è sparita dal sito della Conferenza stato-città e autonomie locali dove era stata pubblcata. Ma si è trattato solo di un problema di forma: i dati sono confermati (anche se per l'ufficialità ci vuole un dpcm) e saranno consultabili a breve sul sito del Viminale. Più di sostanza i dubbi sollevati da diversi addetti ai lavori sulle cifre. Alcuni, in particolare, hanno criticato la doppia deduzione della quota dell'Imu comunale che va ad alimentare il fondo e che è sottratta sia dalla colonna 4 (che considera il gettito al netto) sia dalla colonna 11. Altro problema riguarda i comuni che hanno le aliquote Imu al massimo e quindi non possono applicare la Tasi neppure al livello standard. Per tali enti, il gettito stimato dal Mef e su cui è basato il riparto del fondo è puramente virtuale. In cassa non entrerà un euro, aprendo pericolosi buchi. Per ovviare, il governo ha stanziato un apposito fondo da 625 milioni, ma sulla sua distribuzione non si è ancora trovato un accordo con i comuni ?scalmente «virtuosi», che rivendicano una fetta della torta. In? ne, restano ancora da distribuire i tagli previsti dal dl 66/2014 come contropartita dei risparmi attesi dalle misure di contenimento dei costi per gli acquisiti di beni e servizi (375,6 milioni) e del maggior gettito Imu che deriverà dalla rimodulazione dell'esenzione sui terreni agricoli (350 milioni). Ecco perché, come anticipato ieri da questo giornale, non si esclude un ulteriore differimento al 30 settembre del termine per il varo dei preventivi.