La pubblicazione non è solo un atto formale ma un adempimento decisivo; la delibera senza inserimento sul sito del ministero delle Finanze non è infatti applicabile. Il termine ultimo di scadenza per la pubblicazione è il 18 settembre.
Solo a metà della prossima settimana si potrà avere quindi un quadro preciso della situazione anche se è probabile che buona parte dei comuni ancora non presenti negli elenchi vi rientreranno all'ultimo momento. Perché le date di pubblicazione sono così importanti? Perché determinano i tempi di pagamento e le aliquote del tributo. Riassumiamo i termini della questione.
Le aliquote
L'aliquota base della Tasi è lo 0,1%, calcolata sulla medesima base imponibile dell'Imu, per le abitazioni principali (sono quelle in cui il possessore ha residenza e domicilio abituale e che non appartengano alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9) e assimilati e che sono esentate dall'Imu. I comuni possono portare l'aliquota fino allo 0,25% senza nessun obbligo di riconoscere detrazioni, oppure fino allo 0,33% ma prevedendo facilitazioni. Per gli altri immobili l'aliquota base sarebbe dello 0,1% ma va calcolata anche tenendo conto dell'Imu: la somma Imu+Tasi non può superare lo 0,6% per le abitazioni principali di lusso e non può andare oltre l'1,06% per gli altri immobili. Se però il comune stabilisce detrazioni per le abitazioni principali e non prevede per queste un'aliquota superiore allo 0,25% la somma Tasi più Imu può arrivare all'1,16%. Un meccanismo che eufemisticamente si potrebbe definire farraginoso.
Le date
In circa 2.000 comuni italiani, quelli che avevano pubblicato entro fine maggio le aliquote, si è pagata la prima rata della Tasi lo scorso 16 giugno. I contribuenti che hanno svolto questo adempimento dovranno effettuare il saldo il 16 dicembre.
Nei comuni che avranno pubblicato la delibera entro il 18 settembre e dove non si è pagato a giugno bisognerà versare la prima rata entro il 16 ottobre e il saldo entro il 16 dicembre; è l'ipotesi che riguarda la maggior parte dei contribuenti e in particolare quelli di grandi città come Milano e Roma.
Infine i contribuenti dei comuni che non pubblicassero entro il 18 settembre saranno chiamati alla cassa direttamente per il saldo il 16 dicembre; l'amministrazione municipale però in questo caso perde la facoltà di stabilire le aliquote, che saranno quelle standard: 0,1% per l'abitazione principale; 0.1% per gli altri immobili ma solo se l'Imu non è ad aliquota massima.
Il sito del ministero
La lettura della delibera è necessaria per chi voglia fare da sé i calcoli. A differenza di quanto capitava con l'Imu, dove erano previste detrazioni valide per tutta Italia, i comuni con la Tasi hanno mano libera sulle agevolazioni. Trovare le delibere sul sito del ministero richiede un po' di pazienza. Bisogna andare su www.finanze.it , cliccare a destra su aliquote Tasi . Se sono presenti più delibere Tasi bisogna avere l'accortezza di consultare quella più recente; infine scaricare l'allegato e saltare le prime pagine che di norma contengono i riferimenti normativi. Una sorta di caccia al tesoro dove però si vince solo il diritto di pagare...
Il confronto con l'Imu
Continuano le polemiche sul costo della Tasi e si moltiplicano sui media le analisi e i confronti. A puro titolo di cronaca abbiamo provato a mettere a paragone il tributo per l'abitazione principale in una cinquantina di comuni capoluogo che hanno deliberato le aliquote con l'Imu 2012, su due tipologie di abitazione: una casa di medio livello da 70 metri quadrati e una signorile da 120. Il risultato è quello che suggerisce la logica: siccome l'aliquota è più bassa di quella dell'Imu (che lo ricordiamo per le abitazioni principali poteva andare fino allo 0,6%) ma sono anche più basse le detrazioni (per l'Imu c'era 200 euro ad abitazione più 50 per ogni figlio convivente) la Tasi penalizza le case di valore più basso e risulta conveniente per quelle di maggior pregio. Nella media delle città considerate sull'abitazione l'aggravio è di 19 euro per le abitazioni di modesto valore, però con oscillazioni che vanno da un risparmio di 154 euro per Roma e un incremento di 121 euro per Frosinone; per quanto invece riguarda le case da 120 metri si risparmiano in media 53 euro, con una punta di ben 450 euro ad Olbia, che ha deciso l'aliquota zero.