La tassa sui servizi indivisibili, l'imposta comunale istituita dalla legge di Stabilità del duo Letta-Saccomanni, una volta scartata però contiene la sorpresa. Una tassa a dir poco odiata non solo per il caos legato agli adempimenti ma anche perchè aumenta gli oneri per i contribuenti. Secondo uno studio messo a punto dalla Cisl, in otto capoluoghi tra cui Venezia, per gli immobili con rendita catastale di 500 euro si pagherà di più che con l'Imu 2012. E pagherà anche chi prima non pagava per merito delle detrazioni. In undici città, Milano compresa. L'arrivo del nuovo tributo appesantirà il conto fiscale delle famiglie in maniera notevole anche secondo le ultime elaborazioni del Servizio politiche territoriali della Uil, stando alle quali per una famiglia su due il conto sarà quest'anno più salato dell'Imu 2012. La Tasi, il cui gettito serve a finanziare la manutenzione delle strade e del verde pubblico, tra le altre cose, si calcola sulla base imponibile dell'Imu e segue le stesse modalità di pagamento. Si applica a tutti gli immobili situati sul territorio nazionale, incluse le prime e seconde case, gli uffici, i negozi, i capannoni, le pertinenze, fatta eccezione dei terreni agricoli. Sì, ma quanto costa di preciso? L'elenco delle delibere dei Comuni, con relative date e scadenze, è consultabile sul sito del ministero dell'Economia. I PALETTI Calcolare l'importo dovuto è compito del contribuente. Ecco come: la rendita catastale dell'immobile deve essere rivalutata del 5% e moltiplicata per un coefficiente pari a 160 per case e abitazioni (80 per gli uffici, 55 per i negozi, 65 per gli immobili strutturali). Il totale va poi moltiplicato per le aliquote stabilite dai singoli Comuni. Restano infine da sottrarre le detrazioni previste. L'acconto Tasi del 16 ottobre si potrà pagare con bollettini di conto corrente postale, disponibili presso qualsiasi ufficio postale e già precompilati in alcune parti, o tramite modello F24, esattamente come per l'Imu, ma esclusivamente per via telematica, sfruttando i canali di home banking del proprio istituto o quelli dell'Agenzia delle Entrate. Le aliquote Tasi deliberate dai capoluoghi di provincia per la prima casa vanno dal minimo di Trento (1 per mille per tutti) al 3,3 per mille. Qualche esempio? A Roma e Milano si arriva al 2 per mille (0,25 per cento). A Torino, Ancona, Genova e Firenze fino al massimo consentito. A metà strada troviamo Palermo: l'aliquota è del 2,89 per mille. Inizialmente era stato previsto un tetto massimo del 2,5 per mille, ma poi il Governo ha concesso ai Comuni la possibilità di aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8 per cento, distribuendo l'aumento tra prima e seconda casa. I CALCOLI Per quanto riguarda le seconde case i Comuni in genere hanno deciso di applicare, per la sola Tasi, un'aliquota più bassa sugli immobili su cui già grava l'Imu e che quindi, nel complesso, richiedono una spesa maggiore. A differenza dell' Imu, la tassa sui servizi indivisibili deve essere pagata sia dai proprietari che dagli inquilini con contratti di affitto superiori ai sei mesi. A questi ultimi spetta corrispondere dal 10 al 30 per cento della cifra totale. E se non saldano? Il proprietario non è responsabile economicamente. Comunque gli importi dovuti saranno spesso minimi e non sarà infrequente il caso in cui la cifra risulterà inferiore al minimo di legge di 12 euro (limite che comunque va tenuto d'occhio perché può essere ritoccato verso il basso all'occorrenza dagli enti preposti). Conoscere l'esatto ammontare della tassa si rivelerà tuttavia più complesso per gli affittuari: nel contratto di locazione non sempre sono presenti i dati catastali. La Tasi ha colto di sorpresa in tutto 659 amministrazioni municipali che non hanno deliberato le aliquote in tempo. In questi Comuni l'appuntamento è rinviato al 16 dicembre. I cittadini dovranno pagare la tassa (verrà applicata l'aliquota di base dell'un per mille) in un'unica soluzione entro la data indicata.