Terminati i pagamenti di fine anno (il 16 dicembre scade il termine per i saldi Imu e Tasi 2014) un'altra triste sorpresa è dietro l'angolo. Dal primo gennaio i Comuni potranno alzare l'aliquota della Tasi, l'imposta sui servizi che si paga sulla prima abitazione ma anche sulle altre, al 6 per mille. Lo prevede la legge di Stabilità approvata dal governo Letta un anno fa e che la nuova manovra ora in discussione alla Camera lascia invariata. «È la prova inconfutabile, che si vogliono ancora una volta aumentare le imposte sulla casa, e non di poco» attacca il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani. L'aliquota massima della Tasi che può essere stabilita dai Comuni passerebbe dal 2,5 per mille (o dal 3,3, se sono state previste detrazioni) al 6 per mille. Sforza Fogliani prevede che la maggior parte dei Comuni coglieranno al volo questa opportunità, «così come insegna l'esperienza». Il risultato sarà un aumento del gettito delle imposte locali sulla casa di 5 miliardi in un anno, raggiungendo il record di 32,5 miliardi. Confedilizia quindi chiede al governo di intervenire modificando la norma con la legge di Stabilità. In base alle ultime rilevazioni, in sette città su dieci la Tasi sulla casa media è più cara dell'Imu del 2012 e gli appartamenti più modesti sono i più penalizzati. L'introduzione della local tax, secondo l'associazione dei proprietari di immobili, non risolverebbe il problema. Secondo le ultime indiscrezioni vi sarebbe un aumento delle aliquote sia per l'abitazione principale (dal 2,5 al 5 per mille) sia per tutti gli altri immobili, compresi quelli locati (dal 10,6 al 12 per mille). Gennaio potrebbe portare anche una buona notizia. Ieri il prezzo del petrolio è crollato. Il Brent che il Wti hanno raggiunto il livello più basso dal 2010: rispettivamente 74,36 dollari e 70,87 dollari al barile come conseguenza della decisione dell'Opec di mantenere il tetto della produzione invariato a 30 milioni di barili al giorno. Ora questo ribasso dovrebbe trasferirsi sui prezzi della benzina.