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Tasi, il comune recapita il bollettino- Italia oggi

  • 07 Gen, 2015
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Da quest'anno, i comuni dovranno inviare ai contribuenti i bollettini precompilati per il pagamento della Tasi.

Ma l'adempimento dell'obbligo è ostacolato dai nodi della normativa relativa al tributo sui servizi indivisibili che la legge di stabilità 2015 non ha affrontato e, in particolare, da quello relativo all'assoggettamento al prelievo degli inquilini. In base al nono periodo del comma 688 della legge 147/2013 (ossia la stabilità 2014), «A decorrere dall'anno 2015, i comuni assicurano la massima sempli? cazione degli adempimenti dei contribuenti rendendo disponibili i modelli di pagamento preventivamente compilati su loro richiesta, ovvero procedendo autonomamente all'invio degli stessi modelli». La vigenza di tale previsione è stata ricordata prima di Natale dal difensore civico di Torino, che ha reso noto di aver scritto una lettera in tal senso all'Anci Piemonte. In origine, l'invio dei bollettini precompilati era previsto già per il 2014, ma è stato rinviato di un anno dalla successiva legge 89/2014 (di conversione del dl 66/2014). In precedenza, peraltro, l'Anci Emilia-Romagna aveva sostenuto come tale adempimento non costituisse un obbligo per i comuni e quindi non in? ciasse la natura di tributo in autoliquidazione propria della Tasi. A giusti? care la ritrosia dei sindaci, militano le oggettive dif? coltà dei calcoli, complicati (oltre che dalle stesse scelte dei primi cittadini, che nel tentativo di rendere più digeribile un balzello indigesto, hanno previsto un ? orilegio di aliquote e detrazioni) anche da alcuni nodi posti direttamente dalla disciplina legislativa. L'ostacolo più complicato da superare è rappresentato dalla cosiddetta quota inquilini: per le unità immobiliari occupate da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale, il comma 681 della stessa legge 147 prevede che l'occupante debba versare la Tasi nella misura, stabilita da ciascun comune nel regolamento, compresa fra il 10 e il 30% dell'ammontare complessivo, mentre la restante parte è a carico del possessore. Trattasi, precisa la norma, di due obbligazioni tributarie autonome, per cui occorrerà inviare un bollettino all'occupante e uno al possessore. Il problema è che pochi comuni sono in possesso di informazioni aggiornate sulle locazioni, per cui spesso non sono a conoscenza della presenza di contribuenti diversi dai titolari dei diritti reali. Né è possibile caricare su questi ultimi la quota degli inquilini. A complicare ulteriormente il quadro, c'è il fatto che la suddivisione del tributo scatta, oltre che in caso di locazione, anche in presenza di altre fattispecie di occupazione (anche sine titulo) dell'immobile da parte di un soggetto diverso dal possessore, come per esempio in presenza di una badante. In tali casi, il compito per i sindaci diventa ancora più improbo. In teoria, la questione avrebbe dovuto essere risolta con l'introduzione della cosiddetta local tax, la cui disciplina, però, non ha trovato posto nella stabilità 2015, con conseguente conferma, anche per il 2015, del binomio Imu-Tasi (con l'aggiunta della Tari). Per evitare che a giugno si veri? chi l'ennesimo caos, sarebbe quindi opportuno (come da tempo richiesto dall'Anci) almeno correggere la disciplina della Tasi eliminando la quota inquilini e prevedendo la soggettività esclusiva dei possessori.

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