Tuttavia a Palazzo Civico è sufficiente per decidere di prendere le contromisure. L'assessorato al Bilancio e ai Tributi, guidato da Gianguido Passoni, ne ha in mente tre: una già adottata, due in rampa di lancio.La principale riguarda il potenziamento del fondo con cui la città aiuta le famiglie più in difficoltà a pagare la Tasi, l'imposta sulla prima casa. Istituito quando c'era l'Imu, e confermato quest'anno, prevede un contributo di circa 100 euro per le famiglie con reddito Isee inferiore a 13 mila euro. Finora il meccanismo consentiva di sostenere circa 12 mila famiglie, ma verrà rafforzato: la soglia salirà a 17 mila euro di Isee, permettendo di estendere l'agevolazione a chi non è povero ma al limite. Proprio la Tasi è il fianco scoperto di Palazzo Civico: 33 mila famiglie che avevano pagato la prima rata a giugno non hanno versato la seconda a dicembre. È la prima volta che succede, almeno con le tasse sulla casa, che i torinesi hanno sempre pagato.
Il piano di rientroLa seconda misura decisa a Palazzo Civico riguarda prevalentemente imprese e attività commerciali in drammatico ritardo con le scadenze su Tari (tassa rifiuti), Cosap (suolo pubblico) e Cimp (spazi pubblicitari). La città tenterà di recuperare le situazioni disperate, quei casi sfociati nel fermo amministrativo: chi si impegnerà a pagare regolarmente in futuro avrà diritto a saldare gli arretrati in 24 o 48 rate. «È un tentativo di rimettere in carreggiata le situazioni più compromesse», spiega Passoni. «Chi accede al piano di recupero dovrà da quel momento essere in regola. E, ovviamente, sbloccare il fermo amministrativo».
Il terzo correttivo è già stato varato nelle scorse settimane e riguarda la tassa rifiuti. Nel 2015 famiglie e imprese potranno pagare in più rate rispetto al 2014. Si potenzia così una misura già adottata l'anno scorso e dimostratasi utile per arginare la morosità sulla Tari. Che, in effetti, è aumentata per le famiglie ma non per le attività, guarda a caso quelle che hanno goduto di più rate per pagare. Nel 2015 negozi e imprese potranno versare il dovuto in otto rate (nel 2014 erano cinque); le famiglie in quattro tranche, una in più dell'anno appena trascorso.
Il reddito dei torinesiIl pacchetto varato da Passoni dovrebbe evitare che l'emorragia si allarghi nei prossimi mesi. Del resto, sembra emergere una correlazione diretta tra l'aumento della morosità e la situazione economica e sociale della città. Negli ultimi anni il reddito complessivo dei torinesi è sceso di 200 milioni e, parallelamente, sono aumentate le richieste di aiuto, in crescita del 10% ogni anno. Nel 2013 - ultimo dato disponibile - il Comune ha speso 6 milioni in aiuti economici alle famiglie, il 10-12% in più degli anni precedenti. Senza contare le mille persone (il 60% delle quali fino ad allora sconosciute ai servizi sociali) che hanno ottenuto la social card: 3,8 milioni destinati a chi ha meno di 3 mila euro di Isee. «Tutti indicatori della fatica delle famiglie», ragiona il vice sindaco Elide Tisi. Che a fine 2014 si sono scaricate sulle tasse.