Definire un nuovo regime Imu sui terreni montani evitando penalizzazioni per i municipi più piccoli. Sostenere le città metropolitane nella fase di start-up, liberandole dal peso delle gestioni pregresse. Adottare le misure di semplificazione ordinamentale già concordate ma non incluse nella legge di stabilità. Sono queste le cinque «questioni urgenti» che l'Anci ha sottoposto al governo al termine del direttivo nazionale riunitosi ieri a Roma e che il presidente, Piero Fassino, ha tradotto in altrettante richieste recapitate formalmente all'indirizzo del premier Matteo Renzi. L'obiettivo è ottenere il varo in tempi brevi di un decreto legge che affronti in modo organico tutte le problematiche che, allo stato attuale, di fatto rendono impossibile il varo del bilancio di previsione 2015. La missiva è firmata da tutti i componenti del vertice nazionale, ma l'obiettivo, ha spiegato Fassino, è di farla sottoscrivere da tutti gli 8 mila sindaci italiani, per una richiesta corale che passerà anche attraverso una tornata di assemblee delle Anci regionali. In cima alla lista, c'è il recepimento degli accordi già raggiunti con l'esecutivo, ma non ancora messi nero su bianco in norme: dal restyling del Patto su base meritocratica, alla rimodulazione delle penalità a carico degli enti che hanno sforato. Altra questione urgente riguarda la mancata previsione del fondo compensativo a favore dei comuni con la leva fiscale bloccata dal tetto alle aliquote Imu e Tasi e che l'anno scorso ha distribuito 625 milioni a circa 1.800 comuni: senza questi soldi, molte amministrazioni (per lo più medie e grandi città) non riusciranno a quadrare i conti. Interessa soprattutto i mini enti, invece, la questione dell'Imu sui terreni, che va rimessa in agenda perché impone una devoluzione allo Stato del gettito stimato quale che sia il gettito realmente percepito (spesso più basso). Da affrontare subito anche il tema delle città metropolitane, cui occorrerebbe garantire le risorse necessarie a decollare ma che, allo stato attuale, rischiano di non garantire neppure i servizi essenziali. Infine, l'Anci rilancia l'esigenza di interventi di semplificazione ordinamentale, promessi da tempo dal governo, ma finora non pervenuti.