Quello che il pacchetto tagliatasse conterrà non è ancora chiaro: di sicuro c'è solo l'abolizione della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili la cui aliquota è stabilita dai singoli Comuni. Comuni che, quindi, potrebbero perdere una nuova entrata, dopo aver già dovuto rinunciare all'Imu sulla prima casa. Il condizionale è d'obbligo perché in realtà il Governo dovrà garantire una compensazione a beneficio dei Comuni, sui quali non dovrebbe quindi pesare il taglio della Tasi. Da un lato, quindi, i Comuni potrebbero ottenere una compensazione per il gettito Tasi perso; dall'altro le famiglie potrebbero avere un consistente risparmio in termini di minori tasse. Facendo qualche esempio, a Milano una famiglia composta da due adulti e un figlio di 10 anni, con reddito di 35mila euro, un Isee (indicatore della situazione economica equivalente) di 28mila euro e una prima casa la cui rendita è pari a quella media del Comune, risparmierà all'anno 308 euro. Il vantaggio maggiore lo avranno gli abitanti di Bari, che secondo i parametri sopra de scritti non pagherebbero i 440 euro di Tasi sborsati nel 2014. Anche a Roma i conti delle famiglie troverebbero giovamento: la Tasi nella Capitale vale 411 euro. L'impatto nelle città in cui la tassa sui servizi indivisibili era più bassa sarà ovviamente minore: a Potenza, per esempio, la famigliatipo presa in esame ha pagato nel 2014 solo 15 euro di Tasi, e quindi tale sarebbe il suo risparmio se davvero dovesse andare in porto la «rivoluzione copernicana» annunciata da Renzi. Attenzione, però: il risultato finale dipende dalle modalità con cui sarà effettuata l'abolizione, e soprattutto se questa sarà totale. All'indomani dell'annuncio di Renzi, infatti, sono cominciate a circolare ipotesi di un intervento più parziale, per escludere dall'area notax le case di alto valore anche se non considerate «di lusso» dal Catasto: fra le ipotesi ci potrebbe essere un intervento selettivo sul le abitazioni di categoria A/2, oppure l'introduzione di una maxidetrazione in grado di cancellare il pagamento per molti ma non per tutti. La macchina, comunque, è appena partita, e solo in autunno produrrà proposte più "fondate". La rivoluzione fiscale in programma, in verità, non riguarda solo la casa: nel triennio 20162018 il presidente del Consiglio vuole anche abolire l'Imu agricolae la tassa sui macchinari fissi delle imprese (i cosiddetti «imbullonati»). Non è previsto alcun taglio, invece per la Tari, il tributo sui rifiuti che dal 2014 ha sostituito la Tares: lo scorso anno la Tari è costata in media 290 euro a ogni famiglia italiana. A spendere di più per i rifiuti sono stati i cittadini dei Comuni della Campania, che piazza ben tre capoluogi di provincia nella top ten dei Comuni con la Tari più alta:a Salerno una famigliatipo composta da tre persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro e una casa di proprietà di 100 metri quadri ha sborsato 473; a Napoli la stessa famigliatipo ha pagato 463 euroea Benevento ne ha pagati 409. Il record, però, spetta a Cagliari dove la tassa sui rifiuti costa alla famigliatipo 533 euro. Tra i Comuni meno cari, invece ci sono Cremona (137 euro), Isernia (152 euro) e Udine (161 euro). L'abolizione della Tasi vale in totale 3,4 miliardi. Il precedente taglio delle imposte sull'abitazione principale l'Imu era valso 3,9 miliardi. E a proposito di Imu, proprio ieri il Comune di Torino ha approvato la delibera con cui si è stabilito di lasciare invariata l'aliquota dell'imposta municipale unica per il 2015. L'aliquota massima, pari al 10,60 per mille, viene adottata come regime ordinario dell'imposta e sarà applicata alle unità abitative non adibite ad abitazione principale.