Dopo l'accelerazione di Matteo Renzi sul taglio della Tasi sulla prima casa, il governo è impegnato a capire come impostare la misura e a come coprire il vuoto di gettito che si verrà a creare nelle casse pubbliche. La cancellazione delle tasse sulla prima casa potrebbe però togliere risorse non ai conti dello Stato ma a quelli dei Comuni visto che Imu e Tasi sono tasse municipali. Ed è infatti dagli enti locali che arriva l'allarme. «Avvertiamo ancora un certo sconcerto per una proposta arrivata senza il ben che minimo confronto preliminare e temiamo - afferma Guido Castelli, delegato dell'Anci alla finanza locale - che si concretizzino altre sorprese per i Comuni in termini di nuovi tagli». Fino ad una settimana fa, il progetto di riforma di cui governo e amministrazioni locali stavano discutendo era infatti quello della local tax, una semplificazione che, insieme all'unificazione di Imu e Tasi, prevedeva una sorta di «scambio» tra Imu sugli immobili produttivi (categoria D), il cui gettito è attualmente riservato allo Stato, e addizionale Irpef, che finisce invece in tasta ai Comuni. Il primo tassello della "rivoluzione copernicana" di Renzi ha però scompigliato le carte, portando con sé un'inevitabile preoccupazione a livello territoriale e facendo peccare il governo, secondo Castelli, di una certa «improvvisazione». Il timore maggiore dell'Anci è peraltro che all'affare casa si sommi con la Nota di aggiornamento al Def di settembre un nuovo taglio ai Comuni, «invocato» in nome del riordino delle partecipate previsto dal ddl Madia. Pensare di ricavare da tale operazione un miliardo già dall'anno prossimo è, secondo Castelli, «impensabile». La riforma richiederà tempo e non è possibile che produca un risparmio immediato da contabilizzare nel prossimo documento di bilancio. Secondo il ministro Graziano Delrio comunque il programma di riduzione dell'imposizione sugli immobili darà sollievo all'edilizia, uno dei settori in maggiore crisi. E la responsabile delle riforme, Maria Elena Boschi risponde alle critiche, anche della minoranza dem: «Noi ci dobbiamo preoccupare di cosa interessa agli italiani, non delle opposizioni o di qualche lamentela nel Pd».