La cancellazione della Tasi sulle abitazioni principali non piace alla Corte dei conti perché rischia di impattare negativamente sui bilanci di molti comuni. Per di più creando forti sperequazioni territoriali in quanto, paradossalmente, il meccanismo dei rimborsi finirà, come spesso accade nella finanza locale, per penalizzare i virtuosi e premiare chi ha spinto le aliquote al massimo. Inoltre, la non imponibilità delle prime case determinerà un cortocircuito nel meccanismo del pago-vedo-voto che costituisce la base del federalismo fiscale, visto che «la maggioranza dei servizi indivisibili forniti dai comuni graverà (case di lusso a parte ndr) sui non residenti». Ossia su coloro che non possono «operare il controllo politico sull'operato degli amministratori attraverso il voto».A smontare uno dei cardini della legge di stabilità è il presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri in audizione davanti alle commissioni bilancio riunite di camera e senato. Il nuovo assetto del ? sco locale, delineato dalla manovra non piace ai giudici contabili, perché, rischia di creare forti «distorsioni» lungo lo Stivale. Non solo, come detto, a causa del meccanismo dei rimborsi Tasi che premierà di più chi più ha tassato nel biennio 2014-2015, ma anche per la scelta, sempre contenuta nel ddl di stabilità, di bloccare per il 2016 l'aumento dei tributi e delle addizionali. Un congelamento che però prevede un numero così ampio di eccezioni da creare inevitabilmente «un panorama fortemente differenziato del ? sco sul territorio». Dal blocco saranno, infatti, escluse le otto regioni in de? cit sanitario (Lazio, Campania, Molise, Abruzzo, Calabria, Piemonte, Puglia e Sicilia), gli enti locali in stato di dissesto e predissesto (sono 133 le amministrazioni interessate tra il 2012 e il 2015 di cui 73 in dissesto) e tutti i comuni limitatamente alla tassa ri? uti (Tari) che viene espressamente fatta salva dal blocco. Fisco locale a parte, sono numerosi «i nodi irrisolti» che il ddl lascia dietro di sé. A cominciare dalla clausole di salvaguardia, rinviate al futuro, il cui riassorbimento nel 2017 e nel 2018 «comporterà l'individuazione di consistenti tagli di bilancio o aumenti di entrate sia pur resi meno onerosi dai bene? ci di una maggiore crescita». Invece, ancora una volta, lamenta Squitieri, «l'onere dell'aggiustamento dei conti pubblici verrebbe a gravare prevalentemente sulle amministrazioni locali con ripercussioni negative sulla qualità dei servizi». Meglio sarebbe stato, secondo il numero uno dei magistrati contabili, pensare ad interventi sulle aliquote Iva agevolate o «sulla stessa struttura delle aliquote, eventualmente attutiti con misure di sgravio». Altra nota dolente sono i limiti al turnover dei dipendenti pubblici. «L'introduzione di reiterati vincoli assunzionali ha effetti negativi sull'ef? cienza e la capacità operativa delle singole amministrazioni e sulla qualità dei servizi». A chiedere correzioni sul ? sco locale è anche Confedilizia che ha criticato il dietrofront del governo sulla tassazione delle case di lusso. La decisione di mantenere Imu e Tasi sugli immobili di categoria A1, A8 e A9 è secondo Confedilizia discutibile perché non tiene conto delle sperequazioni di inquadramento catastale che si registrano sul territorio. In più, c'è il rischio di un aggravio di tassazione visto che su questi immobili la somma di Imu e Tasi potrebbe arrivare al 6,8 per mille. Confedilizia ha inoltre chiesto la detassazione per gli immobili destinati all'af? tto.