Nel nuovo assetto della fi scalità locale che porterà dal 2015 all'istituzione della local tax, i comuni rinunceranno allo loro quota di imposta sulle persone fisiche che andrà allo stato in cambio del gettito dell'Imu sugli immobili di categoria D che farà il percorso inverso, concentrando così nelle mani dei sindaci tutta la tassazione immobiliare. All'assemblea Anci che si è aperta ieri a Milano il presidente del consiglio Matteo Renzi ha alzato il velo sull'imposta locale unica che dovrebbe essere inserita nel corso del passaggio parlamentare della legge di stabilità. Il premier ha annunciato un obiettivo ambizioso: dal 2016, dopo un primo anno di rodaggio, anche per la nuova tassa comunale (sulla falsariga di quanto accadrà dal 2015 per le imposte sui redditi con il 730 precompilato) i cittadini riceveranno direttamente i conti a casa. E non dovranno più districarsi, come accaduto quest'anno con la Tasi, tra migliaia di delibere per conoscere aliquote e detrazioni da applicare. Le parole di Renzi hanno confermato che l'istituzione della local tax, (quale che sia il nome che poi il governo concretamente attribuirà al nuovo tributo) costituirà la principale apertura offerta ai sindaci sulla legge di stabilità. L'unico nodo ancora da sciogliere sarà l'individuazione di un meccanismo perequativo, sul passaggio dell'addizionale comunale Irpef allo stato, che consenta di attenuare le inevitabili disparità reddituali sul territorio. La riforma della fi scalità locale annunciata dal premier piace all'Anci che però chiede che i sindaci diventino fi nalmente «titolari di tributi certi e in esclusiva». «Va superato l'attuale sistema di compartecipazione tra Stato, regioni e comuni il cui esito è che a noi sindaci si chiede di imporre tributi e percepirli senza che l'intero gettito ci venga devoluto», ha osservato nella sua relazione introduttiva il sindaco di Torino, Piero Fassino confermato alla guida dell'associazione dei comuni. L'ennesimo giro di giostra della fi scalità locale giustifi ca, a parere di Fassino, la proroga fi no al 31 dicembre 2015 dell'affi damento della riscossione a Equitalia. Ma dal 2016 «bisognerà realizzare un sistema di riscossione certo e effi ciente» per gestire il quale l'Anci si candida come partner di Equitalia e dell'Agenzia delle entrate. Sui tagli della legge di stabilità, Renzi ha confermato alcuni impegni presi martedì nell'incontro con l'Anci: utilizzo anche per il 2015 degli oneri di urbanizzazione per pagare la spesa corrente e riduzione da 1,3 a 600/700 milioni del saldo patto. Diffi cile invece che possano esserci alleggerimenti sul taglio di 1,2 miliardi alla spesa corrente. Gli obiettivi di risparmio, ha detto Renzi, non mutano, fermo restando che i municipi avranno piena autonomia su come operare i tagli. «Noi vi diamo gli obiettivi, voi vi organizzate come vi pare, assumendovi le responsabilità di fronte ai cittadini» ha ammonito Renzi che ha rivendicato come l'allenamento di un miliardo del patto di stabilità contenuto nella manovra «riduca dell'80% gli obiettivi a carico dei comuni». Tutto sta nel fare bene i conti. Sarà attraverso il riconoscimento di maggiori spazi di autonomia ai comuni che Renzi cercherà di indorare la pillola dei tagli. «Siamo disposti ad abolire tutti i vincoli che in questi anni hanno ingabbiato l'azione dei sindaci, a cominciare dal rapporto tra spesa di personale e spesa corrente e dal rapporto tra interessi passivi e spesa corrente» , si è sbilanciato il premier. Per dare nuova linfa agli investimenti il presidente del consiglio ha confermato che il governo si farà carico (fino a 3 miliardi di spazio Patto) del pagamento degli interessi sui mutui contratti dagli enti locali. Mentre per incentivare le dimissioni immobiliari, verrà abolita la norma che attualmente impone ai comuni di devolvere il 10% di quanto ricavato dalle vendita del proprio patrimonio alla riduzione del debito pubblico.