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Imu 2012, il gettito che non c'è - Italia Oggi del 27 giugno 2013

  • 27 Giu, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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La revisione delle stime del gettito dell'Imu 2012 rischia di alterare gli equilibri del bilancio dei comuni anche nell'esercizio in corso e di rendere ancora più problematico il rispetto del Patto di stabilità interno.

L'allarme arriva dall'Ifel ed è contenuto in una nota che illustra la metodologia seguita dal Mef per arrivare al dato definitivo dell'Imu ad aliquota base relativa all'anno passato, finalmente diffuso il 31 maggio 2013 dopo il diluvio delle stime provvisorie pubblicate negli scorsi mesi di aprile, agosto e ottobre.Si tratta di un dato che, secondo Ifel, continua ad essere notevolmente superiore al gettito standard effettivo: 12,252 miliardi di euro contro gli 11,703 incassati dai sindaci (al netto dello sforzo fiscale dei comuni), con una differenza di 549 milioni imputabile, da un lato, al gettito «virtuale» degli immobili comunali (che vale oltre 304 milioni), dall'altro alle «code» di gettito atteso ma non riscosso (244 milioni).A ciò va aggiunto l'ulteriore «taglio ombra» dovuto alla sottostima del gettito Ici 2010 utilizzato dal governo per calcolare le riduzioni compensative sul fondo sperimentale di riequilibrio, che risulterebbe più basso di 464 milioni rispetto ai calcoli definitivi dell'Istat.Tali partite hanno comportato, a livello di singolo comune, delle variazioni inattese del fondo al ribasso che, a bilancio 2012 chiuso, finiscono per condizionare l'esercizio 2013. Soltanto un'espressa norma di legge, infatti, potrebbe consentire una modifica dei dati di rendiconto e ciò appare irragionevole in questa fase dell'anno, anche considerando gli adempimenti relativi al Patto 2012, i cui termini sono ormai trascorsiUna parte delle perdite sarà recuperata grazie al contributo previsto dalla legge 64/2013 (di conversione del dl 35) e commisurato al «maggior taglio» dovuto all'inclusione del gettito Imu degli immobili di proprietà comunale nel calcolo della variazione compensativa delle assegnazioni statali. Si tratta di 330 milioni per il 2013 e di 270 per il 2014, che però non rilevano ai fini del Patto.Ma la situazione più critica riguarda i comuni che, alla luce della nuova revisione (o anche solo per aver ricevuto acconti 2012 in eccesso), devono restituire risorse allo Stato e non hanno iscritto negli stanziamenti del bilancio 2012 la relativa spesa. Tali enti, infatti, sono ora costretti ad iscrivere l'eccedenza nel 2013 e, in assenza di un provvedimento legislativo, tale spesa incide sia sugli equilibri di bilancio (compensabili con l'applicazione dell'avanzo di amministrazione 2012, se sufficientemente capiente), sia sui saldi utili ai fini del rispetto del Patto. Appare pertanto auspicabile, secondo Ifel, una disposizione che chiarisca che tali restituzioni non costituiscono una «spesa», bensì una mera regolazione contabile che avviene nel corso dell'esercizio 2013 e, come tale, è da considerare esclusa dal saldo valido ai fini del Patto.Un emendamento in tal senso è stato presentato dall'Anci nel corso dell'iter parlamentare di conversione del dl 54/2013.

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