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Extracosti negli anticipi e Imu prosciugano le casse comunali - Il Sole24 ore del 1 luglio del 2013

  • 01 Lug, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Le casse dei Comuni stanno raschiando il fondo del barile. È arrivata una boccata d'ossigeno dall'acconto Imu, ma restano i dubbi sulle interpretazioni che circolano in relazione ai limiti massimi delle anticipazioni di tesoreria: il Dl 35/13, convertito in legge, lo ha elevato ai 5/12; il Dl 54/13, non ancora convertito, lo incrementa ulteriormente per un ammontare pari al mancato gettito dell'Imu sospesa e rinviata, al momento, al 16 settembre. Il Viminale si impegna a rimborsare «gli oneri per interessi a carico dei Comuni per l'attivazione delle maggiori anticipazioni».

Se dovesse prevalere l'interpretazione (letterale) in base alla quale lo Stato interviene solo per i Comuni che superano i 5/12, i più virtuosi sarebbero i più penalizzati. Non è in questi termini che si applica il principio di solidarietà tra Pa.
Ma allarghiamo l'orizzonte. Le principali entrate dei Comuni sono l'Imu, il tributo sui rifiuti e il fondo di solidarietà comunale (Fsc). Si attende la riforma su Imu e Tares entro il 31 agosto, come si attende l'erogazione di un'ulteriore tranche del Fsc. In passato, a metà giugno, era stato erogato circa il 60%; quest'anno solo il 20%. L'Imu sulle abitazioni principali è stata sospesa, la Tares, in corner, è stata anticipata (si fa per dire) a maggio. Il risultato? Blocco dei pagamenti, battuta d'arresto per il sistema economico, drastica riduzione dei servizi pubblici essenziali. In questo quadro, con i vincoli imposti dal Patto di stabilità lo scenario diventa disarmante.
Le misure adottate per sbloccare i pagamenti sono positive, ma l'onere per le casse comunali sembra elevato: le anticipazioni della Cdp costano il 3,302%; per le anticipazioni di tesoreria si paga il tasso stabilito con il tesoriere; sull'altro piatto della bilancia c'è il rischio degli interessi di mora. A pagare è sempre il cittadino. Non solo, l'ultimo quadrimestre del 2013 sarà un susseguirsi di scadenze e c'è il rischio di inciampi nella riscossione di Imu e Tares.
Nel contempo aumentano gli adempimenti, dimenticando la semplificazione. Non sarebbe stato meglio adottare meccanismi più semplici, coinvolgendo la Cdp? Finanziamenti a breve, a costo zero (visti i suoi 2,8 miliardi di utili 2012), nei limiti di ulteriori 2/12, oltre gli importi sospesi dell'Imu, da restituire entro l'esercizio, pena il recupero sull'Imu o sul saldo Fsc 2013 o sulle spettanze 2014.
Il legislatore farebbe ancora in tempo a rettificare le norme, azzerando l'onere del ricorso alla Cdp e precisando che il rimborso degli interessi per le anticipazioni concesse ex dl 54/13 avviene prescindendo dal superamento del limite dei 5/12, nell'attesa di una tempestiva erogazione dell'Fsc.

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