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Su Imu e Iva il governo cerca il compromesso - L'Unità del 10 luglio del 2013

  • 10 Lug, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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L'Imu è nel programma di governo, così com'era non la troveremo più. L'impegno è a toglierla sulla prima casa, così com'era concepita». Da Ballarò il premier Enrico Letta ribadisce ancora una volta le intenzioni del governo di rivedere la tassazione sugli immobili, e lo stesso fa anche il ministro all'Economia, Fabrizio Saccomanni: «Nella cabina di regia domani e la prossima settimana troveremo su Iva e Imu le soluzioni migliori per il Paese».

Al di là dell'ottimistico annuncio, la situazione è ancora assai fluida. Intanto perché l'incontro di oggi tra governo e partiti di maggioranza (assente Letta) ha all'ordine del giorno il decreto occupazione e le coperture sul rinvio di tre mesi dell'aumento dell'Iva. Non si parlerà di Imu, insomma, ma degli incentivi per il lavoro, e delle forme di lavoro flessibile cui si sta pensando in vista di Expo 2015. Ma è chiaro che le coperture per l'Iva - che si concentrano soprattutto su un aumento dell'acconto fiscale pagato dai lavoratori per Irpef, Ires ed Irap - sono collegate a quelle per rimodulare o cancellare l'Imu sulla prima casa (dai 2 ai 4 miliardi), per non parlare del cuneo fiscale da abbattere, con costi intorno ai 10 miliardi. Lo specifico dell'Imu verrà affrontato nell'incontro di mercoledì 18 (che forse slitterà di qualche giorno). E sul tema, dopo l'intervento del Fmi, arriva quello europeo, con il commissario agli Affari economici, Olli Rehn, che si dice «certo che il governo italiano prenderà seriamente le raccomandazioni» della commissione già approvate dall'Ecofin. Tra cui quella di spostare il peso fiscale dal lavoro alle proprietà, proprio mentre si discute di abolizioni dell'Imu. I tecnici del governo lavorano su più fronti, tra cui quello di agire sui capannoni industriali, ma solo nel 2014. È Saccomanni a precisarlo: «Si guardano i redditi d'impresa dell'anno prossimo: ci stiamo lavorando nella preparazione degli interventi del 2014». Il ministro allo Sviluppo Falvio Zanonato l'aveva preannunciato: «L'imposta sugli immobili non può essere applicata ai beni strumentali delle aziende», che «possono essere anche un edificio, un tetto che si mette sopra le macchine. Fare diversamente «significa appesantire l'impresa laddove produce ricchezza», aggiunge. Occorre dunque «trovare fonti alternative dove la ricchezza è già prodotta e si può tassare, sempre con l'obiettivo di ridurre la fiscalità». Parole che trovano il consenso (tra gli altri) di Ivan Malavasi, presidente di Rete Imprese Italia: «Evitare il rialzo dell'Iva e abbattere l'Imu sugli immobili strumentali, come capannoni, negozi, alberghi, laboratori sono i primi punti della nostra agenda, sui quali non abbasseremo la voce». Ma la questione è molto più complessa. Come dice il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, «io vedo cinque temi, tutti seri e formalmente prioritari: Imu, Iva, cuneo fiscale, patto di stabilità dei Comuni e ammortizzatori sociali. La cabina di regia si occupi di stabilire le priorità da qui a dicembre». Tutti temi da discutere e, soprattutto, finanziare. Tanto che si fa strada all'interno del governo l'ipotesi di arrivare ad agosto con una proposta di legge per riorganizzare l'intero pacchetto, da affrontare poi in modo articolato nella legge di Stabilità di ottobre. Anche perché nella discussione vanno coinvolte le parti sociali, a partire dall'Anci, che sull'Imu chiede un incontro «nei tempi più rapidi possibili». È il neo presidente Piero Fassino a parlarne in una lettera inviata a Letta e ai ministri Saccomanni e Delrio, ricordando che «l'Anci, nel corso degli anni, ha elaborato proposte che possono concorrere all'assunzione di decisioni». Oggi, intanto, si discute di Iva. E Confindustria da un lato ribadisce che la priorità è il taglio del cuneo fiscale sul lavoro, mentre dall'altro non nasconde «perplessità per le modalità di individuazione della copertura finanziaria» per l'Iva, dice il direttore generale Marcella Panucci. «Sono state penalizzate sia le imprese sia le persone - spiega - che subiscono un incremento permanente della misura dell'acconto storico a fronte di una mera sospensione dell'incremento dell'Iva di pochi mesi».

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