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L'Imu sarà in base a nucleo familiare e metri quadri Resta l'ipotesi-rinvio - Il Messaggero del 15 luglio del 2013

  • 15 Lug, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Messi alle spalle i venti di crisi, incassato l'impegno di Silvio Berlusconi a sostenere il governo «indipendentemente» dalle sue vicende giudiziarie, Enrico Letta affronta una nuova settimana di passione. Ci sono sei decreti da approvate in appena tre settimane, prima della pausa estiva dei lavori parlamentari. E c'è da definire l'intesa sulle nuove coperture per il rinvio dell'Iva e per l'Imu sulla prima casa.

Giovedì è fissata la nuova riunione della "Cabina di regia", ma tra oggi e domani i tecnici dell'Economia e di palazzo torneranno a riunirsi per portare avanti il lavoro e per tentare di presentare «un'ipotesi compiuta» al vertice di giovedì. IL DOPPIO BINARIO Sull'Imu si viaggia su due binari. Il primo è quello classico, vale a dire l'accorpamento, in una nuova "service tax", della tassa sulla casa alla Tares, l'imposta municipale non ancora entrata in funzione. «Ma i tecnici», come riferisce Paola De Micheli del Pd, «si trovano alle prese con il problema enorme dell'Imu pagata dal proprietario e della Tares a carico dell'affittuario che produce una "biforcazione" fiscale per gli immobili locati». Così sta prendendo quota un'altra opzione: calcolare l'Imu in base ai metriquadrati dell'abitazione e al numero di persone che vi vivono, calcolando tra i parametri anche la qualità dell'immobile (di lusso o popolare, ad esempio) e il numero di anziani e figli a carico. «Così verrebbero garantite equità e progressività», dice un ministro che lavora al dossier-Imu. Da vedere se al Pdl, che ha fatto una bandiera della cancellazione tout court della tassa sulla prima casa, accetterà questa proposta. «Per ora è una delle opzioni sul tappeto, una delle più razionali», afferma il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, «ma prima bisogna coinvolgere nella discussione i Comuni». L'accordo, come ha ricordato il ministro Fabrizio Saccomanni, dovrà avvenire entro il 15 agosto. Ma visto che la partita è molto complessa e il tempo è poco, non è escluso che Letta decida di non decidere. Tant'è, che è in campo anche l'ipotesi di un rinvio dell'Imu sulla prima casa: un congelamento per tutto il 2013. «In questo caso bisognerebbe trovare altri due miliardi di copertura, per un totale di quattro, e l'impresa è tutt'altro che semplice», osserva Fassina. E che questa sia la strada più probabile è confermato da Dario Franceschini, ministro ai rapporti con il Parlamento: «Credo che la riforma dell'Imu andrà nella legge di stabilità, è una materia complicata, visto che va ridisegnata tutta la fiscalità locale. Ma intanto dovremo trovare i due miliardi di copertura per non far pagare la rata Imu sospesa a giugno». Fassina e il responsabile della Funzione pubblica, Giampiero D'Alia, escludono però che sia necessaria una manovra correttiva.

L'INGORGO-DECRETI

C'è poi la corsa a ostacoli per l'approvazione dei sei decreti. In settimana va convertito in legge quello che ha sospeso l'Imu e ha rifinanziato la cassa integrazione: venerdì è arrivato il sì della Commissione del Senato, ora tocca all'Aula. Franceschini, per evitare l'ingorgo delle doppie letture, ha chiesto alle commissioni Bilancio di Camera e Senato di lavorare insieme, in modo di ridurre al minimo le correzioni nel passaggio da una camera all'altra. E ha trasformato il decreto sulla spesa sanitaria in un emendamento al "decreto Fare", quello sulle semplificazioni. In più Franceschini ha ottenuto che tra il 20 e il 22 luglio il Senato licenzi il decreto sul lavoro per passarlo alla Camera e la Camera approvi lo stesso giorno il "decreto Fare" per farlo transitare contestualmente al Senato. «C'è da correre, lavoreremo almeno fino all'8-9 agosto. E non sarà certo un problema...», dice il ministro.

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