Giovedì è fissata la nuova riunione della "Cabina di regia", ma tra oggi e domani i tecnici dell'Economia e di palazzo torneranno a riunirsi per portare avanti il lavoro e per tentare di presentare «un'ipotesi compiuta» al vertice di giovedì. IL DOPPIO BINARIO Sull'Imu si viaggia su due binari. Il primo è quello classico, vale a dire l'accorpamento, in una nuova "service tax", della tassa sulla casa alla Tares, l'imposta municipale non ancora entrata in funzione. «Ma i tecnici», come riferisce Paola De Micheli del Pd, «si trovano alle prese con il problema enorme dell'Imu pagata dal proprietario e della Tares a carico dell'affittuario che produce una "biforcazione" fiscale per gli immobili locati». Così sta prendendo quota un'altra opzione: calcolare l'Imu in base ai metriquadrati dell'abitazione e al numero di persone che vi vivono, calcolando tra i parametri anche la qualità dell'immobile (di lusso o popolare, ad esempio) e il numero di anziani e figli a carico. «Così verrebbero garantite equità e progressività», dice un ministro che lavora al dossier-Imu. Da vedere se al Pdl, che ha fatto una bandiera della cancellazione tout court della tassa sulla prima casa, accetterà questa proposta. «Per ora è una delle opzioni sul tappeto, una delle più razionali», afferma il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, «ma prima bisogna coinvolgere nella discussione i Comuni». L'accordo, come ha ricordato il ministro Fabrizio Saccomanni, dovrà avvenire entro il 15 agosto. Ma visto che la partita è molto complessa e il tempo è poco, non è escluso che Letta decida di non decidere. Tant'è, che è in campo anche l'ipotesi di un rinvio dell'Imu sulla prima casa: un congelamento per tutto il 2013. «In questo caso bisognerebbe trovare altri due miliardi di copertura, per un totale di quattro, e l'impresa è tutt'altro che semplice», osserva Fassina. E che questa sia la strada più probabile è confermato da Dario Franceschini, ministro ai rapporti con il Parlamento: «Credo che la riforma dell'Imu andrà nella legge di stabilità, è una materia complicata, visto che va ridisegnata tutta la fiscalità locale. Ma intanto dovremo trovare i due miliardi di copertura per non far pagare la rata Imu sospesa a giugno». Fassina e il responsabile della Funzione pubblica, Giampiero D'Alia, escludono però che sia necessaria una manovra correttiva.
L'INGORGO-DECRETI
C'è poi la corsa a ostacoli per l'approvazione dei sei decreti. In settimana va convertito in legge quello che ha sospeso l'Imu e ha rifinanziato la cassa integrazione: venerdì è arrivato il sì della Commissione del Senato, ora tocca all'Aula. Franceschini, per evitare l'ingorgo delle doppie letture, ha chiesto alle commissioni Bilancio di Camera e Senato di lavorare insieme, in modo di ridurre al minimo le correzioni nel passaggio da una camera all'altra. E ha trasformato il decreto sulla spesa sanitaria in un emendamento al "decreto Fare", quello sulle semplificazioni. In più Franceschini ha ottenuto che tra il 20 e il 22 luglio il Senato licenzi il decreto sul lavoro per passarlo alla Camera e la Camera approvi lo stesso giorno il "decreto Fare" per farlo transitare contestualmente al Senato. «C'è da correre, lavoreremo almeno fino all'8-9 agosto. E non sarà certo un problema...», dice il ministro.