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Sconto Imu per i bar senza slot - Italia Oggi del 16 luglio del 2013

  • 16 Lug, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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I sindaci si mobilitano. In 200 hanno già sottoscritto il «manifesto dei sindaci per la legalità» in cui si chiede la riduzione dell'offerta del gioco d'azzardo, il contenimento dell'accesso e un'adeguata attività informativa e di prevenzione oltre alla trasparenza dei flussi di denaro dei concessionari.

Non è schizofrenico un apparato pubblico che, da un lato, consente la diffusione del gioco e delle slot machine, incamerandone l'aggio fiscale (più sale gioco ci sono, più alto è il guadagno), dall'altro lato interviene, spendendo risorse pubbliche, per parare i danni che quello stesso gioco provoca su chi ne diventa dipendente o quasi? Dopo avere cantato vittoria per questa liberalizzazione ecco il de profundis degli stessi politici: le macchinette installate ovunque spingono al gioco e finiscono per fare cadere nella rete chi non riesce a fermarsi in tempo. È un po' come le sigarette: lo Stato incassa e si salva la coscienza imponendo scritte terrificanti sui pacchetti, poi spende milioni per curare chi si ammala per colpa del fumo. Una sorta di insana partita di giro. Come quella che incomincia ad avvenire per il gioco ed ecco partire l'allarme dal basso, cioè dai Comuni: la compulsione sta raggiungendo percentuali preoccupanti e quindi si moltiplicano i casi disperati, mettendo a dura prova gli uffici di assistenza sociale, per altro decimati dalla spending review.Le larghe intese, a livello locale, sembrano cementarsi su questo tema: sindaci Pd e Pdl uniti nella lotta alle slot. Il sindaco pidiessino di Bologna, Virginio Merola, sta lavorando a un provvedimento che entrerà in funzione a settembre: i bar e i locali senza macchinette avranno uno sconto sull'Imu e sulla Tares. Spiega Nadia Monti, assessore comunale al Commercio: «Non abbiamo una legge che ci dia la possibilità di impedire l'apertura di certi locali ma abbiamo strumenti amministrativi da utilizzare, per esempio gli incentivi fiscali a favore dei locali senza slot». Insomma: niente slot, poca Imu. Il Pdl ha promesso l'appoggio e anzi va oltre, è stato formato un comitato per proporre un referendum nazionale abrogativo delle norme sul gioco considerate troppo permissive. Obiettivo: raccogliere 500 mila firme entro quest'anno con una mobilitazione anche via web attraverso un sito ad hoc: www.nontazzardare.it. In attesa del referendum, il parlamentare europeo Sergio Berlato, che è anche coordinatore del Pdl a Vicenza, sollecita a Enrico Letta un provvedimento normativo: per potere accedere al gioco sia obbligatorio presentare la tessera sanitaria magnetica, con la possibilità di disabilitarla su richiesta del soggetto interessato o a seguito del riconoscimento di una forma di ludopatia. «La febbre da gioco sta assumendo i connotati di un'emergenza nazionale - dice l'europarlamentare vicentino - per questa ragione urgono misure volte a tutelare le persone più vulnerabili».Intanto a Viadana (Mantova) la giunta di centrosinistra guidata da Giorgio Penazzi ha posto al top della classifica per l'Imu le sale da gioco, con l'aliquota del 10,6 (rispetto al 5 della prima abitazione), stessa decisione a Crema (Cremona) dove il sindaco Stefania Bonaldi, Pd, ha deciso che solo una categoria di immobili abbia l'Imu al 10,6 e si tratta dei locali con le slot, un provvedimento preso dopo che a una trentina di chilometri di distanza la barista cremonese Monica Pavesi ha deciso di denunciare pubblicamente i rischi delle slot e le ha radiate dal suo locale: «Sono contenta di averlo fatto- dice- ora mi sento a posto con la mia coscienza». A Voghera tutti i gruppi hanno votato in consiglio comunale il divieto di aprire sale gioco nel raggio di 500 metri da asili e scuole mentre a Teramo maggioranza e minoranza hanno inviato insieme un appello al presidente della repubblica perché dia la sveglia al governo.

Tutti insieme contro le slot, ma in ordine sparso. Finchè non arriverà la corte costituzionale ad avvertire che il giocatore romano non può incontrare tagliole che quello veneziano non conosce. Così la Regione Emilia-Romagna ha appena votato una legge che obbliga i possessori di slot ad esporre il cartello «Il gioco d'azzardo patologico è una malattia che si può curare», col numero verde del servizio sanitario regionale (800 033 033) a cui ci si può rivolgere. Mentre a Reggio Emilia è stata aperta la prima comunità che accoglie i malati da gioco: da 2 settimane a 3 mesi di cura. In Italia ci sono tra i 700 e gli 800 mila giocodipendenti, di cui almeno 300.000 patologici.In Senato il 5stelle Giovanni Endrizzi ha parlato di intreccio tra politica e gioco: «Ben sette ministri (compreso il primo ministro Enrico Letta) fanno parte di una fondazione che si chiama VeDrò finanziata anche da due multinazionali del gioco, Lottomatica e Sisal, Letta ricevette anche 15 mila euro di contributo da Porsia, titolare della Hbg, una delle più grandi aziende del gioco d'azzardo. Il nuovo ministro Bray è anche direttore della rivista Italianieuropei, già sostenuta da importanti contratti pubblicitari con le industrie del gioco d'azzardo. Da vari dossier si apprende che Snai ha finanziato regolarmente: Gianni Alemanno, Gianni Cuperlo, Margherita, Udc, Ds, Mpa. Compaiono ex politici e loro parenti entrati nel business, cito rapidamente: Augusto Fantozzi, presidente Sisal, Vincenzo Scotti, che lanciò «Formula Bingo» insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di Massimo D'Alema. E ancora Antonio Cannalire, proprietario della Jackpot Game che a Milano gestiva sale da gioco insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco Jacopo Dell'Utri, figlio di Marcello Dell'Utri. Si ricorda che il governo Berlusconi liberalizzò i giochi d'azzardo on-line. Casualmente, ma solo casualmente, qualche giorno prima la Mondadori acquisì il controllo del 70% di Glaming, che opera nel gioco d'azzardo on-line. Infine non possiamo omettere Pellegrino Mastella, figlio di Clemente Mastella, che attraverso Sgai e Betting 2000 dei fratelli Renato e Massimo Grasso avviò altre aziende di gioco, fra queste King Slot e Wozzup, poi indagate per gravissimi reati».A Milano è stato ospite a Palazzo Marino il direttore generale dell'area monopoli dell'agenzia dogane e monopoli, Francesco De Donato: È forte il rischio delle irregolarità, di apparecchi modificati, di evasione delle imposte, di truffe ai danni dei clienti», ha detto, «ma ora la situazione è assai migliore che in passato, solo nel 2 % dei casi riscontriamo illegalità e irregolarità». Il gioco, a Milano, vale 2,4 milioni di euro al giorno, duemila esercizi commerciali dispongono di slot, ogni macchinetta rende circa 300 euro al giorno. Nel 2011 l'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ha raccolto quasi 80 miliardi di euro col gioco d'azzardo, il 5 % del prodotto interno lordo: il 56,3% da slot machine e video-lotterie, il 12,7 % dai gratta e vinci, l'8,5 dal lotto, il 4,9 dalle scommesse sportive, il 3 % dal superenalotto, e il rimanente da bingo e scommesse ippiche.

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