La latitanza ormai cronica di risorse certe per finanziare le decisioni ha spinto il Governo verso la politica dei piccoli passi, utile anche per tenere l'Imu fra le "incompiute" che hanno bisogno di essere completate e quindi sconsigliano l'apertura di una crisi. Questa strategia, la cui efficacia politica è ancora da dimostrare sul campo, alimenta il caos di annunci, retromarce, soluzioni a metà che riguardano un po' tutte le tipologie di immobili, e rendono incerte le prospettive dei proprietari. Proviamo a fare ordine. Abitazioni principali Su questo tema, il decreto legge 102/2013 approvato la scorsa settimana rappresenta il secondo capitolo del decreto 54/2013 di maggio, con cui era stato sospeso l'acconto Imu in scadenza il 16 giugno. Quell'acconto viene ora cancellato definitivamente, stabilendo che «non è più dovuto», per cui salta l'appuntamento alla cassa che era stato fissato al 16 settembre dal primo decreto nel caso non ci fosse stato l'intervento successivo. La cancellazione del saldo, secondo gli annunci, arriverà invece in autunno, con un decreto parallelo alla legge di stabilità. L'addio alla prima rata Imu riguarda tutte le «abitazioni principali» indicate dalla disciplina Imu, che per individuare questa tipologia richiede in generale la coincidenza nell'immobile di residenza anagrafica e dimora abituale del proprietario e del suo nucleo famigliare, con l'eccezione delle case che il Fisco considera «di lusso». Si tratta dei 74mila immobili accatastati nelle categorie A/1 («abitazioni signorili», A/8 («ville») e A/9 («castelli e palazzi storici»): i proprietari di questi immobili hanno già dovuto pagare la prima rata a giugno, perché il Dl 54/2013 li aveva esclusi dalla sospensione, e dovranno versare il saldo a dicembre. Le categorie «affini» Le regole per le abitazioni principali interessano anche gli immobili assimilati dai Comuni, come accade per le case di anziani lungodegenti o di cittadini residenti all'estero (ma occorre guardare le decisioni di ogni sindaco), e due categorie di immobili "sociali": si tratta degli alloggi delle cooperative a proprietà indivisa, nei quali l'assegnatario ha stabilito la propria abitazione principale, e degli appartamenti degli Iacp, purché siano «regolarmente assegnati». Una previsione, questa, che interessa istituti e Comuni. Per l'housing sociale vero e proprio, cioè quello indicato dal Dm delle Infrastrutture del 22 aprile 2008, l'esenzione scatterà invece dal 2014. Sanato il problema dei militari che risiedono in caserma, e che si vedono esentare (dal saldo ma non dall'acconto, come precisa la relazione tecnica) l'unico immobile di proprietà in cui non hanno né dimora né residenza, con una previsione che però permette anche di evitare l'Imu sulla casa di vacanza se il militare non ha altre proprietà. Agricoltura Il doppio passaggio sospensione-abolizione dell'acconto previsto per le abitazioni principali riguarda anche i fabbricati e i terreni agricoli, che erano stati imbarcati già dal Dl 54/2013 del maggio scorso. Anche in questo caso un chiarimento importante arriva dalla relazione tecnica, che mostra come nelle intenzioni del Governo la prima rata viene abolita solo per i fabbricati strumentali all'attività agricola, e non per tutti: la norma, però, non presenta altrettanta chiarezza. Attività economiche Per le attività imprenditoriali diverse dall'agricoltura, le soddisfazioni riservate dal nuovo decreto sono molto esili. La deducibilità dall'Ires e dall'Irpef del 50% dell'Imu pagata su capannoni, alberghi e altri immobili strumentali era stata esplicitamente annunciata dal decreto di maggio, era stata inserita nelle prime versioni del nuovo provvedimento ma ne è uscita prima dell'approdo in «Gazzetta Ufficiale» per problemi di copertura. Al momento, quindi, lo sconto retrocede alla condizione di annuncio, che secondo esponenti del Governo e della maggioranza dovrebbe essere tradotto in pratica dal decreto fiscale collegato alla legge di stabilità: lo stesso che dovrebbe cancellare anche il saldo sulle abitazioni principali. Per il momento, le notizie positive sono due: la cancellazione dell'Imu sugli immobili-merce, cioè i fabbricati costruiti ma rimasti invenduti, e sugli immobili di Onlus utilizzati per attività di ricerca, sanando i buchi di un elenco (quello scritto all'articolo 7, comma 1, lettera i del decreto legislativo 504/1992) che si preoccupava dello sport amatoriale ma non per esempio di chi è a caccia di soluzioni per curare le malattie rare. Entrambe le regole, però, si applicheranno solo dal 2014, per cui per quest'anno non cambia nulla.