Tra pochi giorni la partita sull'Imu rischia di ripartire esattamente da dove si è conclusa, con il compromesso Pdl-Pd, al momento del varo a fine agosto del decreto sul definitivo azzeramento della prima rata. Dalla prossima settimana, infatti, al ministero dell'Economia il lavoro sarà intensificato su tre versanti (crisi politica permettendo): l'eventuale prolungamento dello stop all'aumento Iva fino a fine anno; la legge di stabilità da varare entro il 15 ottobre; il secondo decreto Imu per cancellare il versamento di dicembre 2013 da presentare in parallelo alla ex Finanziaria. Com'è noto, la "coperta delle coperture" è molto corta. Per non dire, per quel che riguarda il 2013, quasi inesistente. Ecco allora che l'eventuale riduzione dai quasi 2,4 miliardi previsti a 1,5-1 miliardo della dote da destinare allo stop dell'Imu di dicembre consentirebbe di dirottare risorse preziose in altre direzioni. E l'estensione del bacino degli immobili di pregio su cui mantenere per la rata di dicembre l'imposta tornerebbe a essere una delle strade più facilmente percorribili. A Via XX Settembre nessuno ufficialmente si pronuncia. Anche perché c'è l'impegno politico di azzerare anche il versamento di dicembre preso dal governo a fine agosto. Ma il pensiero dei tecnici è noto da tempo ed è sostanzialmente raccolto nel noto dossier presentato nelle scorse settimane dal ministro Fabrizio Saccomanni, in cui l'opzione della cancellazione totale dell'Imu per entrambe le rate non era certo l'opzione più gettonata. Anche alla Presidenza del Consiglio c'è chi continua a pensare che la soluzione migliore resta l'esclusione dall'esenzione dall'Imu di una fetta di immobili di pregio più consistente rispetto a quella "minima" prevista attualmente dalla legge (categoria A1, ville e castelli), che garantisce appena 60 milioni o poco più. È il caso del sottosegretario, con delega all'editoria, Giovanni Legnini, che nei giorni scorsi ha sottolineato come sia necessario, anche in Parlamento, riflettere «sull'equità delle scelte fatte sull'Imu» e ha auspicato che si possa trovare qualche nuova «copertura sugli immobili di lusso». Anche il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, è tornato alla carica: «Basterebbe reintrodurre l'Imu sul 5%» degli immobili di pregio «per recuperare 1 miliardo». Ma il Pdl tiene duro sulla necessità di cancellare del tutto i due versamenti. Tuttavia, visto anche l'approssimarsi delle scadenze su Iva e legge di stabilità, un nuovo confronto sul nodo case di pregio appare probabile. E a innescarlo potrebbero essere le modifiche che la Camera si accinge ad apportare al primo decreto, quello sullo stop definitivo alla rata di giugno. Ritocchi che riguarderanno anzitutto il ripristino dei 55 milioni tagliati al comparto sicurezza e che su questo punto si annunciano in versione bipartisan Pd-Pdl. Il testo è stato assegnato ieri alle commissioni Finanze e Bilancio di Montecitorio. E la conferenza dei capigruppo ha fissato per il 23 settembre la data per l'approdo in Aula alla Camera del Dl, con l'obiettivo di approvarlo entro fine mese.