Sono questi alcuni degli effetti dei tagli "lineari" alle agevolazioni riguardanti i trasferimenti immobiliari previste dall'articolo 10, comma 4, Dlgs 23/2011 per il quale «sono soppresse tutte le esenzioni e le agevolazioni tributarie, anche se previste in leggi speciali»; con l'esclusione della sola prima casa.. Perché se ne parla solo ora, dopo quasi 30 mesi? C'è, probabilmente, un concorso di cause. Da un lato, il fatto che alla norma in questione, contenuta nel decreto istitutivo dell'Imu "propria", mai nessuno ha dato serio credito, perché apparve più una boutade, priva di alcuna meditazione, nell'ambito di una legislazione completamente orientata ad altro fine ed essenzialmente animata dallo scopo di introdurre a tutti i costi un segnale "federalista" nel nostro ordinamento giuridico. D'altro lato, la prospettata abolizione di qualsiasi trattamento di favore sembrava invero così tanto approssimativa da non essere credibile, spaziando dagli immobili storici all'agricoltura, dalle aree comprese in determinati ambiti urbanistici alle onlus e alle separazioni coniugali. Insomma, si è finora creduto che il taglio "lineare" delle agevolazioni sarebbe stato superato da un maggiore approfondimento della materia in questione. Senonché il Dl istruzione ha risvegliato l'argomento dal torpore in cui si era assopito perché da una parte ha confermato, in linea generale, l'impianto di tassazione programmato dal Dlgs 23/2011 (due sole aliquote e zero agevolazioni, tranne la "prima casa") e dall'altro ha leggermente reindirizzato il "tiro", disponendo (in luogo del loro previsto azzeramento) la fissazione nell'inedita cifra di euro 50 delle imposte fisse ipotecaria e catastale dovute nel caso di trasferimenti immobiliari soggetti alle nuove aliquote del 9 e del 2 per cento. Oltre ad innalzare a 200 euro le imposte fisse (l'imposta di registro e pure le imposte ipotecaria e la catastale diverse da quelle applicabili ai trasferimenti immobiliari cui s'è appena accennato) attualmente previste in euro 168. Non v'è chi non veda la schizofrenia del panorama che ne esce. Infatti, quando il legislatore detta una agevolazione, evidentemente lo fa per beneficiare una fattispecie concreta meritevole di particolare attenzione. Quando invece il legislatore taglia ogni cosa alla radice, usando una falce al posto dell'occorrente bisturi, e quindi colpendo in pari misura situazioni diversissime, la sensazione che si prova è indubbiamente di stranita perplessità, mancando l'appoggio di un contesto che giustifichi, in maniera più o meno fondata, le misure adottate. Si pensi, ad esempio, al caso dei trasferimenti patrimoniali nell'ambito di un procedimento di separazione e di divorzio. L'articolo 19 della legge 74/1987 sancì l'esenzione completa da ogni tributo per questo tipo di attività; la Corte costituzionale, con sentenza n. 154/1999 estese questa previsione anche ai procedimenti di separazione coniugale, ritenendo illegittima la disparità di trattamento che invece si verificava tra il caso dello scioglimento del matrimonio e il caso della separazione dei coniugi. Ebbene, dal 1° gennaio 2014, dovrebbe accadere che da un regime di completo esonero da tassazione si dovrebbe passare (ipotizzando un valore imponibile di euro 100.000) a un carico fiscale di euro (9.000+50+50= 9.100 oppure di euro (3.000+50+50= 3.100 se sia richiedibile l'agevolazione "prima casa". Per non dire dell'agricoltura dove si assiste ad un pesantissimo inasprimento nei confronti dei coltivatori diretti che acquistano terreni e delle aree in zona montana. Ma è senz'altro legittimo domandarsi: è proprio questo lo scopo che il legislatore ha voluto? Anche perché, se un filo logico era probabilmente intuibile nel contesto di un sistema in cui l'Imu "propria" avesse preso il via, oggi, nel vortice della fortissima discussione in cui l'Imu è piombata e della sua preannunciata sostituzione con la service tax, il contesto nel quale le agevolazioni ai trasferimenti immobiliari vengono tagliate è ampiamente sotto scacco e non tale da giustificare interventi come quello di annullamento di qualsiasi facilitazione che sia oggi in vigore.