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Tagliata l'Imu e le imposte sugli acquisti, un'accoppiata che può spingere la prima casa - Corriere Economia del 16 settembre del 2013

  • 16 Set, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Meno tasse da gennaio per chi compra la prima casa non di lusso (con riduzione dell'imposta di registro al 2% dal 3% e uno sconto sulle imposte ipotecarie e catastali).

Abolizione dell'Imu e arrivo della Service tax, la tassa sui servizi indivisibili offerti dal comune. La revisione delle imposte immobiliari si conclude in modo tutto sommato positivo per il mercato residenziale. La riduzione delle imposte sulle compravendite può aiutare tutto il mercato dato che le agevolazioni si applicano al primo acquisto immobiliare effettuato nel comune di residenza o lavoro (o dove si trasferirà la residenza) anche se l'immobile non viene utilizzato personalmente. Mentre l'eliminazione dell'Imu, ricordiamolo, interessa solo l'abitazione principale vale a dire quella in cui il proprietario ha sia la residenza sia il domicilio. Comunque chi compra una casa in cui andrà anche a risiedere, non solo spenderà meno per l'acquisto, ma, presumibilmente lo potrà fare senza il timore di una escalation dei costi delle tasse legate al possesso. E' questa paura che, in parte, ha causato il crollo del mercato lo scorso anno. L'Imu, infatti, aveva creato un blocco psicologico legato al timore di un'ulteriore escalation della tassazione, paure che gli annunci (per ora rimasti tali) di una modifica della base imponibile con la revisione (fatalmente al rialzo) dei valori catastali certo avevano amplificato. C'è inoltre la promessa che la Service tax non costerà per l'abitazione principale più di quanto non costassero l'Imu e la tassa rifiuti. Meno penalizzazioni Ma le modifiche in fatto di Imu non sono l'unico aspetto di cui il mercato della prima casa potrebbe giovarsi. Vi sono altri fattori, spinti proprio dal cambio fiscale sugli immobili, che potrebbero portare a una discreta ripresa delle transazioni entro la fine dell'anno. Il primo è che dovrebbe essere più facile la concessione dei mutui, grazie al lancio dei covered bond e dall'immissione di liquidità finalizzata da parte della Cassa depositi e prestiti. Molti osservatori hanno puntato l'indice negli ultimi due anni sull'aumento degli spread praticati dalle banche, ma basta guardare la serie storica dei tassi per capire che si tratta di un falso problema: grazie ai parametri di indicizzazione Euribor e Eurirs ai minimi storici sia i finanziamenti variabili sia quelli fissi oggi nonostante gli spread non sono più cari di quanto lo fossero tra il 2005 e il 2007, ovvero quando le banche davano mutui a chiunque finanziando anche fino al 100% e senza guardare troppo per il sottile. L'ostacolo vero è che si sono molto ristretti i criteri per concedere il finanziamento. Né si può dare del tutto torto alle banche vista l'escalation delle sofferenze; diminuendo rischi e costi della raccolta gli istituti potrebbero anche allentare i criteri per la valutazione del «merito di credito». Gli sgravi Comprare casa sarà più facile anche perché aumenterà l'immissione sul mercato di immobili non utilizzati e il cui possesso è ormai antieconomico, proprio per il cambio di politica fiscale che porterà inevitabilmente a penalizzare le case a disposizione. Di per sé l'ampliamento dell'offerta non porterà a una diminuzione generalizzata delle richieste dei venditori perché la casa non è un bene deperibile e chi è intenzionato di ricavare una certa cifra dal suo appartamento e non è pressato dal bisogno (ad esempio perché vorrebbe cambiare l'alloggio in cui vive e da cui nessuno lo può sfrattare), continuerà a non recedere dalle sue pretese, ma porterà all'aumento della disponibilità di case a prezzi più bassi. Con un plus di attrattività per gli alloggi usati e bisognosi di ristrutturazione, grazie ai bonus fiscali sulla manutenzione (il 50% in dieci anni, applicabile per spese sostenute entro il 2013) e sulla riqualificazione energetica (65% nel decennio ottenibile fino a dicembre con proroga di sei mesi per le opere in condominio). Ma quanto vorrà il Fisco nel 2014 per una prima casa? In tabella, partendo dalle ipotesi preliminari formulate dal ministero dell'Economia, proviamo a fare due conti, su una casa media di 80 metri quadrati nelle principali città, ipotizzando per la tassa rifiuti un incremento medio del 10% per quest'anno e di un altro 10% per il 2014 e due diverse aliquote: il 2 e il 3 per mille. Con questa struttura la Service tax finirebbe per costituire un aggravio dove l'Imu costava meno e un risparmio dove invece il vecchio tributo costava di più. Nella media delle 20 città considerate la Service tax al 2 per mille comporterebbe un risparmio di 62 euro (da 568 a 526) rispetto a quanto pagato nel 2012; con il 3 per mille ci sarebbe invece un aggravio di 76 euro.

 

 

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