Da Roma è arrivata una prima rassicurazione, che adesso dovrà concretizzarsi. Ma al di là dei problemi di cassa - che Milano non ha - quello che ancora pesa sulla chiusura dei conti è l'incertezza che avvolge il destino dell'imposta. Il nodo rimane: arriverà il rimborso che permetterà di far quadrare i bilanci? È per questo che l'assessore Francesca Balzani fa un appello: «I timori sono tanti. È arrivato il momento di invitare il governo a un sano realismo, perché mettere in sofferenza i bilanci dei Comuni vuol dire mettere in sofferenza servizi indispensabili per i cittadini come gli asili, i trasporti, la sicurezza delle strade. A volte, sembra che alcuni esponenti di questo esecutivo sia distanti dalla realtà del Paese». È ancora attorno all'Imu che ruota il difficile puzzle economico. Gli aumenti decisi sulle prime abitazioni, sulla carta, garantirebbero quasi 100 milioni in più rispetto al 2012. Il dilemma: il governo garantirà le risorse? Anche Giuliano Pisapia ha ricordato come le questioni sul tavolo siano due: «Il trasferimento di tutti gli introiti dell'Imu e una riforma della fiscalità locale che possa far sì che le tasse municipali pagate dai cittadini vadano, come dice la Costituzionee il nome stesso, agli enti locali».Ma il rischio sarebbe ancora più grande, tra coperture nazionali che mancano e partite come l'Iva. «Ho la sensazione che si stia profilando all'orizzonte la verità dei fatti: forse, questo Paese non ha le risorse per cancellare in modo indiscriminato l'Imu già dal 2013», dice l'assessore al Bilancio, che parteciperà al vertice Anci. In piazza Scala, si va avanti. Anche sull'aumento (virtuale) dell'Imu. Perché, di fatto, per ora è stata cancellata solo la prima rata. «Sarebbe un'autolimitazione incomprensibile se i Comuni si fermassero sulla base dell'incertezza nazionale. È l'unica imposta che abbiamo per far quadrare i bilanci e garantire un certo livello di servizi», spiega Balzani. La maggioranza, però, adesso vuole alleggerire in aula la stangata sull'Irpef: di questo, oggi pomeriggio, discuterà il Pd durante un incontro con l'assessore. Per trovare le risorse necessarie a questa operazione (arriverebbero 12-13 milioni in più), l'ipotesi più concreta, se non l'unica,è quella di ritoccare ulteriormente (da 0,575 a 0,6 per cento) proprio l'Imu sulla prima casa.I margini di manovra, infatti, sono ristrettissimi. I numeri sono lì: su 2,7 miliardi di spese, al netto di capitoli "fissi" (690 milioni di stipendi, 1 miliardo tra trasporti pubblici e raccolta dei rifiuti, 300 milioni di mutui) la parte su cui in teoria si potrebbe tagliare si aggira sui 700 milioni. Ma questi 700 milioni, oltre a servizi e al pagamento di capitoli come le rette dei ricoveri che non possono essere interrotti, contengono spese considerate «obbligatorie». Un rebus. E quell'unica via. Che porta all'Imu.