A disposizione dei sindaci ci sono poco meno di 2,4 miliardi, e in pratica ogni Comune avrà una cifra molto vicina a quella delle maggiori anticipazioni accordate a giugno per coprire la flessione della liquidità: le piccole differenze si spiegano con le case di lusso, che non sono state escluse dall'Imu e quindi non vanno compensate, e con una mini-dote da 25 milioni che potrà servire a correggere qualche inciampo. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha già firmato il decreto di riparto, ma tocca al titolare dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, mettere sul piatto le risorse: in pochi giorni, comunque, l'iter si concluderà con i soldi nelle casse dei Comuni. Gli stipendi si pagano oggi, ma nella pratica non si dovrebbero verificare problemi anche perché lo sblocco del provvedimento ha cambiato drasticamente il clima fra Governo e Comuni. Anche perché il botta e risposta della scorsa settimana tra Fassino e il premier Letta sembra aver prodotto effetti a catena. Sempre ieri in Conferenza Unificata ha fatto un deciso passo avanti la distribuzione dei tagli da spending review, e quindi l'assegnazione a ogni Comune della quota di Fondo di solidarietà comunale (6,9 miliardi di euro in tutto). Sul primo fronte, una clausola di salvaguardia eviterà che l'ampliamento dei parametri di calcolo operato con il Dl 35/2013 (tagli misurati in base alla media triennale 2010/2012 dei consumi intermedi anziché al solo 2011) produca differenze superiori al 6 per cento. Nel fondo, assicurano dall'Economia, entreranno anche i 120 milioni in più chiesti dai Comuni per compensare le differenze di alcuni gettiti Imu (in particolare sui capannoni). Decisa poi l'uscita di scena dei premi per la «virtuosità» (come anticipato sul Sole 24 Ore del 19 novembre), perché non è chiaro come applicare i criteri per individuare i Comuni "migliori": le risorse destinate a loro si spalmeranno quindi su tutti gli enti, con il risultato di abbassare dell'1% il moltiplicatore da applicare alla spesa corrente 2007/2009 per individuare l'obiettivo di saldo 2013 (per i Comuni sopra i 5mila abitanti l'indicatore è quindi 14,8%, mentre per i più piccoli è 12% e per le Province 18,8%). Resta da risolvere il rebus del riequilibrio di bilancio, che sarebbe obbligatorio entro il 30 settembre per evitare il commissariamento ma cozza con il fatto che i preventivi quest'anno vanno approvati entro il 30 novembre: lo stop ai Prefetti dovrebbe essere certo, ma si discute se provvedere per decreto o con una semplice circolare (come nel 2012).