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Imu, rimborsata la prima rata - Italia Oggi del 26 settembre del 2013

  • 26 Set, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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L'annuncio che i comuni si aspettavano è arrivato, con tanto di foto, via twitter. «Ho appena firmato il decreto che attribuisce ai comuni i soldi che compensano il mancato introito dell'Imu», ha cinguettato il ministro dell'interno Angelino Alfano al termine della Conferenza stato-città di ieri

, placando così le fibrillazioni dei sindaci che senza l'immediato ristoro del gettito della prima rata, cancellata dal governo, avrebbero dovuto affrontare una preoccupante crisi di liquidità. Ora per chiudere definitivamente il primo tempo della complessa partita Imu e dare il via libera al pagamento di 2,3 miliardi di euro ai comuni manca solo l'ultimo passaggio: la firma del ministro dell'economia, Fabrizio Saccomanni. Poi, di qui a dicembre, bisognerà fare bene i conti e calcolare l'esatto ammontare del gettito mancante per effetto dell'abolizione della seconda rata. I comuni vorrebbero che le compensazioni definitive fossero calcolate non sulla base delle aliquote prima casa 2012, ma su quelle 2013 che molti enti avevano già aumentato (come nel caso di Milano e Bologna) prima di conoscere le decisioni del governo. La Conferenza stato-città non ha preso decisioni sul punto, tuttavia un'apertura a favore dei sindaci è arrivata dal ministro degli affari regionali, Graziano Delrio. «Quando il governo ha deciso di abolire la seconda rata dell'Imu 2013, lo ha fatto con l'impegno di riconoscere lo sforzo fiscale di quei comuni che avevano già deliberato aliquote ritoccate verso l'alto», ha dichiarato il ministro. «Per i comuni che hanno ritoccato le aliquote solo in seguito alla decisione dell'abolizione dell'Imu invece il ragionamento non può che essere diverso». Il Fondo di solidarietà. I comuni portano a casa anche l'accordo sulla ripartizione del Fondo di solidarietà che vale 6,7 miliardi di euro cui andranno aggiunti ulteriori 120 milioni di euro come richiesto dall'Anci. Il fondo sarà alimentato da tutti i comuni, che dovranno cedere allo stato il 30,75% del proprio gettito Imu standard complessivo. Si tratta di una percentuale più bassa di quella stimata dall'Ifel (37,15%), che però si riferiva ad una base di calcolo più ridotta, ovvero l'Imu sugli immobili diversi dall'abitazione principale. In ogni caso, la diversa metodologia non modifica l'ammontare complessivo delle risorse standard comunali. Non tutti i comuni saranno, invece, beneficiari del fondo, che andrà solo a ristorare quelli che (al netto dei tagli imposti dalla «spending review») hanno subito (sempre a livello di risorse standard, ovvero Imu standard più fondo) una perdita rispetto allo scorso anno. In alcuni casi, il fondo risulta superiore alle stime in quanto la differenza sarà trattenuta dai riversamenti dell'Imu. Per questo, l'Ifel consiglia di iscrivere l'Imu a bilancio già al netto della quota da devolvere al fondo. In alternativa, si può lasciare invariata la previsione e aprire un capitolo in spesa per il versamento al fondo. Virtuosità. Sempre ieri, infine, la Conferenza stato, città e autonomie locali ha sancito lo stop anche per il 2013 ai cd parametri di virtuosità, già prevista dal dl 102 per il 2014. Per quest'anno, quindi, province e comuni potranno ricalcolare i propri obiettivi di Patto applicando il coefficiente minimo previsto dalla legge (ovvero 12% per i comuni sotto i 5 mila abitanti, 14,8% per gli altri comuni e 18,8% per le province), anziché quello maggiorato di un punto percentuale. «Se per quest'anno il provvedimento è sospeso, sempre più l'argomento resta all'ordine del giorno», ha commentato il vicepresidente vicario dell'Anci e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo. «Come comuni abbiamo ribadito di voler essere protagonisti di questa fase di riforma e, in questo senso, ci aspettiamo anche nei prossimi giorni una convocazione dal Tesoro per costruire la service tax in modo condiviso». Il presidente dell'Anci, Piero Fassino, ha espresso soddisfazione per la firma del decreto, ma non ha mancato di sottolineare come debbano giungere a rapida soluzione altre due questioni di fondo poste dall'Anci: il differimento del termine per l'approvazione delle delibere di riequilibrio di bilancio e la proroga del termine per l'utilizzo dell'anticipazione di tesoreria. «Su questi punti sollecitiamo il governo a intervenire al più presto, utilizzando per esempio, il decreto in materia di Iva in via di predisposizione».

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