Dopo la firma in Conferenza unificata,
ora arriva anche la firma del ministro dello Sviluppo economico Maurizio
Saccomanni in calce al decreto che risarcisce i Comuni della cancellazione della
prima rata Imu .
In totale si tratta di 2,32 miliardi. A Roma sono attribuiti
290 milioni, a Torino 85, a Milano quasi 74, (a causa dell'aliquota più bassa
applicata lo scorso anno)a Napoli 35,7. Da risolvere ora la quantificazione del
gettito derivante dall'abolizione della seconda rata. Si chiude così la polemica
sollevata dall'Anci, l'Associazione dei sindaci italiani, che temeva
l'impossibilità per i municipi di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti,
se il Governo non avesse compensato gli oltre due miliardi di mancato gettito
della prima rata dell'imposta su abitazioni principali, terreni agricoli e
fabbricati rurali. La copertura finanziaria Tutto ciò significa, quindi, che lo
stanziamento di 2,32 miliardi è stato predisposto e che le risorse dovrebbero
arrivare a breve. Rimborseranno il mancato introito derivante non solo
dall'abolizione definitiva della prima rata per l'abitazione principale, dopo la
sospensione di maggio, ma anche dalla cancellazione della seconda rata per gli
immobili-merce, quelli invenduti dall'impresa costruttrice, dall'esenzione per
le abitazioni possedute da militari e appartenenti alle Forze dell'ordine che
vivono in caserma e dall'estensione della detrazione prima casa (200 euro di
base più 50 euro per ogni figlio convivente fino a 18 anni). 25 milioni di
riserva Per correggere qualche errore di calcolo il decreto ministeriale
accantona una provvista da 25 milioni di euro con cui si potrà intervenire in
qualche situazione locale. Superato, o quasi, questo scoglio, i sindaci si
preparano però a una nuova battaglia: la quantificazione del gettito derivante
dall'abolizione della seconda rata dell'imposta immobiliare, ufficialmente in
vigore e in calendario per il 16 dicembre. La seconda rata Per cancellare la
seconda rata Imu , di miliardi ne serviranno dai 2,4 fino a 3, cifra a cui si
arriva volendo compensare anche gli aumenti di aliquota intervenuti quest'anno
come pretendono a gran voce i Comuni. Le aliquote Un'impresa difficile per un
bilancio tirato all'osso e alle prese con lo sforamento del tetto nel rapporto
fra deficit e Pil. Secondo i desiderata degli amministratori locali, infatti, i
risarcimenti dovrebbero essere calcolati 5prendendo, come riferimento, le
aliquote deliberate nel 2013 e non, come invece qualcuno vorrebbe, nel 2012.
Molti Comuni, forse anche per questo motivo, hanno già in corso d'anno
provveduto a rialzare le aliquote, e si attendono ora una pari ricompensa. Un
nuovo fronte di scontro Su questo punto, però, si potrebbe aprire un nuovo
fronte di scontro. Una compensazione ad aliquote più elevate, difatti, richiede
per l'Erario coperture finanziarie più elevate e la situazione delle casse dello
Stato italiano oggi non sono certamente fiorenti. Ad oggi, i sindaci hanno già
ottenuto un primo accordo ma nella sostanza nulla ancora è stato deliberato così
che proprio su questo aspetto, nei prossimi giorni, si attendono aggiornamenti.
Il problema riguarda da vicino anche grandi Comuni, a partire da Milano dove
l'esigenza di recuperare uno squilibrio da quasi 500 milioni sta portando la
Giunta a spingere al 6 per mille l'aliquota sulla prima casa, con una mossa che
vale poco più di 100 milioni di euro. Se l'abolizione della seconda rata Imu
dovesse saltare, i contribuenti milanesi si troverebbero a pagare per
l'abitazione principale esattamente quanto versato l'anno scorso: nel 2012,
infatti, l'aliquota era al 4 per mille, l'abolizione della prima rata ha
cancellato il 2 per mille e, con l'aumento al massimo, resterebbe da pagare un
altro quattro per mille: con buona pace dei mesi passati a discutere
dell'abolizione dell'lmu