La copertura statale rimborsa tutti gli interessi maturati tra il 16 giugno e il 30 settembre sulle maggiori anticipazioni di tesoreria attivate dai Comuni in seguito alla sospensione della prima rata Imu.
In un comunicato, il Viminale torna sull'intreccio normativo che si è avviluppato intorno alla sterilizzazione degli effetti finanziari sui Comuni del mancato incasso dell'Imu, e ribadisce la lettura "favorevole" alle amministrazioni locali della norma che mette a carico dello Stato gli interessi sulle maggiori anticipazioni di tesoreria consentite per tamponare i buchi di liquidità. Il problema nasce dal fatto che sulle casse degli enti locali si sono succeduti gli interventi, per aiutare i pagamenti dei debiti commerciali (articolo 1, comma 9 del Dl 35/2013) e compensare il mancato gettito della prima rata Imu (articolo 1 del Dl 54/2013). Con il primo provvedimento è stata alzato il limite delle anticipazioni di tesoreria da tre a cinque dodicesimi delle entrate da tasse, trasferimenti e tariffe (Titoli I-III), e con il secondo si è consentito di attivare anticipazioni ulteriori per una cifra pari al mancato introito della prima rata Imu, mettendo a carico dello Stato gli interessi. Di qui la domanda che si sono posti numerosi amministratori: le «maggiori anticipazioni» con gli interessi coperti dallo Stato sono solo quelle superiori al limite dei cinque dodicesimi, oppure l'intervento centrale paga tutto il costo dello stop all'Imu? Il Viminale sposa l'interpretazione sostanziale (sollevata anche sul Sole 24 Ore del 1° luglio) della copertura più ampia, che prescinde dai limiti variabili all'anticipazione e ripaga i Comuni di tutti gli interessi sorti dall'esigenza di compensare il mancato introito per l'Imu: il rimborso degli interessi, sostiene il Viminale richiamando le istruzioni contenute nella circolare FL 12/2013, serve a coprire i costi generati dallo stop all'Imu, per cui accompagna l'intero ammontare delle anticipazioni autorizzate dal decreto che ha sospeso la prima rata e specificate nell'allegato. I Comuni hanno tempo fino al 30 ottobre per inviare la certificazione.