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Imu imprese deducibile al 20% - Il Sole 24 ore

  • 17 Ott, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Rispunta lo sgravio sui capannoni

La Tasi sulla prima abitazione non potrà superare il 2,5 per mille IL TETTO MASSIMO Imposta municipale e tassa sui servizi non potranno superare il 6 per mille sulle prime case di pregio e il 10,6 sugli altri immobili

I lavori di ristrutturazione della tassazione immobiliare sono ancora in corso. Fino a ieri sera, infatti, la stesura della nuova service tax ribattezzata Trise - a sua volta suddivisa in Tari sui rifiuti e Tasi sui servizi indivisibili (che andrà versata anche dagli inquilini in una misura compresa tra il 10 e il 30%) - per sostituire la Tares e l'Imu sulla prima casa risultava ancora non completata. Come testimonia la comparsa di alcune novità rispetto alla bozza della legge di stabilità esaminata dal Consiglio dei ministri di martedì: la deducibilità al 20% da Ires e Irpef dell'imposta municipale sui capannoni industriali e la fissazione al 2,5 per mille del tetto massimo sulla Tasi per l'abitazione principale. Due new entry che rendono ancora più opportuno il tentativo di riassumere che cosa cambierà nel 2014. Rinviando alle simulazioni contenute nella pagina accanto per provare a capire chi vincerà e chi perderà dalla riforma dell'imposizione sugli immobili.
Prima casa non di lusso
Per effetto delle modifiche apportate dalla legge di stabilità, il proprietario di prima casa, che quest'anno non ha pagato l'acconto Imu e probabilmente non verserà neanche il saldo, continuerà a non corrisponderla. Mentre per coprire i servizi indivisibili del municipio (manutenzione strade, illuminazione eccetera) gli si applicherà la Tasi, che sarà calcolata secondo la stessa base imponibile dell'Imu (rendita catastale rivalutata, ndr) e avrà un'aliquota minima dell'1 per mille e massima del 2,5 per mille. Toccherà ai sindaci eventualmente azzerarla. Ma i margini sono stretti, specie se la versione definitiva del Ddl confermerà lo stanziamento compensativo di 1 miliardo al posto dei 2 immaginati all'inizio e contenuti in una delle bozze circolate ieri. Un miliardo basterebbe appena a coprire il buco creato dall'addio alla maggiorazione Tares di 30 centesimi. Tares che, come detto, lascerà il posto alla nuova tariffa Tari. Che sarà calcolata sui metri quadri e si evolverà in Tarip quando i Comuni avranno elaborato un sistema in grado di parametrarla su quantità e qualità dei rifiuti prodotti.
Altre abitazioni
Diverso si annuncia il destino del proprietario di un'abitazione principale di pregio inclusa nelle categorie catastale A/1, A/8 e A/9. Avendo pagato già quest'anno l'Imu, continuerà a farlo. Ma in più verserà anche la Tasi. L'unica buona notizia è che il peso complessivo dei due tributi non potrà superare il tetto massimo dell'imposta municipale, cioè il 6 per mille; la cattiva invece è che la detrazione sarà limitata a 200 euro perché scompariranno i bonus di 50 euro a figlio oggi previsti. Simile lo scenario per le seconde case. Fatta eccezione per l'aliquota massima dal momento che la somma del prelievo di Imu e Tasi non potrà eccedere il 10,6 per mille. E identica è anche la sorte del prelievo collegato ai rifiuti con la Tari che sostituirà la Tares.
Capannoni e alberghi
La Tari prima e la Tarip poi la pagheranno anche le imprese. Così come la Tasi che anche in questo caso si sommerà all'Imu e dovrà rispettare la soglia massima del 10,6 per mille. A proposito dell'imposta municipale su capannoni e alberghi va segnalata un'indiscrezione che ha preso quota ieri sera: il ritorno della sua deducibilità da Ires e Irpef (ma non dall'Irap), che era prevista nelle prime versione del Ddl salvo poi uscirne in un secondo momento. Alla fine il governo avrebbe deciso di reinserirla per dare un segnale di attenzione maggiore alle aziende. Rendendola deducibile però in misura inferiore rispetto alla proposta iniziale (20% anziché 50) e coprendola con il ripristino dell'Irpef, ma solo al 50%, sulle case sfitte.

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