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Rischio stangata sulle terze case - Il Messaggero

  • 11 Dic, 2013
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Imu

 

Rischio stangata sulle terze case. Un emendamento propone di portare al 12,6 per mille il balzello se questi immobili sono nel Comune di residenza. Bassi a pag. 11 R O M A Le speranze di dribblare l'appuntamento del 16 gennaio con la mini-Imu ormai sono ridotte ad un lumicino. Dieci milioni di famiglie saranno chiamate a pagare il balzello pari al 40% dell'aliquota che eccede quella base del 4 per mille. In pratica la quota lasciata scoperta dal governo con la cancellazione della seconda rata della tassa. L'unica chance, a questo punto, rimane la possibilità di rendere detraibile l'importo che si pagherà a gennaio dalla nuova imposta sulla casa, la Tasi. Ieri alla Camera, dove è in discussione la legge di stabilità, è stato effettuato un lavoro di scrematura degli oltre 3.000 emendamenti. Ne sono sopravvissuti poche centinaia. Tra questi la proposta «Rughetti» per permettere, appunto, di scontare la mini-Imudalla Tasi. Il problema è che per finanziare i circa 400 milioni di euro necessari allo sgravio, l'emendamento propone di portare fino al 12,6 per mille il balzello sugli altri immobili a partire dalla terza casa e che sono situati nello stesso Comune di residenza del contribuente. Insomma, una vera e propria stangatina. «Si tratta», spiega a Il Messaggero il firmatario dell'emendamento, il renziano Angelo Rughetti, «di una extrema ratio. Stiamo ragionando assieme al governo», aggiunge, «per trovare altre soluzioni».Che al momento però, non si vedono all'orizzonte.

LE ALTRE MODIFICHE

Sul tappeto c'è solo una seconda proposta per recuperare soldi da destinare ai Comuni per permettere sconti sulla Tasi, quella che ha per primo firmatario un altro renziano, Edoardo Fanucci. L'emendamento propone di portare l'aliquota per tutte le case a partire dalla seconda abitazione, all'11,6 per mille. Tra le altre modifiche alle quali sta lavorando il governo, ce n'è anche una per allargare le risorse del fondo taglia-cuneo ed andare incontro alle richieste del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Il governo starebbe lavorando ad un emendamento per convogliare nel fondo anche entrate una tantum, come quelle che dovrebbero arrivare dalla conclusione dell'accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali italiani illecitamente espatriati. Somme che si andrebbero ad affiancare a quelle della spending review a cui sta lavorando, invece, il commissario straordinario Carlo Cottarelli. Sulle pensioni, invece, è ormai data quasi per certa l'indicizzazione all'inflazione (ma potrebbe essere limitata al 95%) degli assegni fino a quattro volte il minimo (circa 2.000 euro). Si torna a parlare anche di stadi: Forza Italia, con un emendamento firmato da Renato Brunetta, ha rilanciato il tema della costruzione di nuovi impianti. La proposta darebbe la possibilità di edificare case e uffici anche in zone non limitrofe alle nuove costruzioni. Gli stadi, secondo l'emendamento Brunetta, verrebbero dichiarati «opere di preminente interesse sociale e nazionale». Sulla scia, per esempio, di quanto si è fatto per l'Ilva di Taranto. Torna in ballo anche il tema delle spiagge: tra le proposte di modifica segnalate dai gruppi che saranno discusse a partire da domani dalla commissione, ve ne sono alcune che riguardano il demanio marittimo. Tra le opzioni in campo anche la vendita, proposta ancora una volta da un emendamento di Forza Italia a prima firma di Ignazio Abrignani. Molto simile un emendamento di Ncd, e siglato in calce da Sergio Pizzolante, con la variante che i terreni identificati vengono attribuiti ai proprietari degli stabilimenti balneari con un diritto di superficie della durata di 50 anni.

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