Novità a tutto campo per gli enti locali dopo il primo passaggio alla Camera del ddl stabilità 2014. I correttivi introdotti, infatti, toccano diversi aspetti, dalla fiscalità locale (con riferimento a Imu, Tari e Tasi), al Patto di stabilità, alle partecipate. La manovra ha, però, incassato la bocciatura senza appello dei sindaci. Il presidente dell'Anci, Piero Fassino, ha, infatti, lamentato «una secca e inaccettabile riduzione delle risorse a disposizione dei comuni, con inevitabili conseguenze sulla erogazione dei servizi ai cittadini e sulle condizioni di vita di persone e di famiglie. Una simile scelta», ha continuato Fassino, «è ancora più grave perché contraddice l'impegno assunto formalmente dal governo negli incontri del 7 e 28 agosto per non ridurre ulteriormente nel 2014 le risorse per i comuni, dopo che, dal 2007, gli enti locali italiani hanno subito continui e pesanti tagli alle loro risorse». Ai comuni, che hanno chiesto un incontro al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per manifestare nel modo più autorevole il disagio di sindaci e amministratori, non bastano, quindi, i 500 mln di euro stanziati per favorire l'introduzione delle detrazioni sulla nuova Tasi a favore dell'abitazione principale. Tali risorse, per di più, sono destinate a essere ripartite sulla base di un meccanismo, basato (oltre che sul gettito atteso del nuovo tributo e dell'Imu) anche sulla dimensione delle detrazioni adottabili da ciascun comune. La distribuzione sarà operata dal Mef entro il 28 febbraio 2014, destinando le somme inutilizzate ai comuni che hanno introdotto le detrazioni nel 2013. Fra le altre novità (si veda la tabella per il dettaglio) anche l'introduzione di un divieto (che si estende a tutte le p.a.) di rinnovare i contratti di locazione qualora l'Agenzia del demanio non abbia espresso parere contrario attestando la mancanza di immobili demaniali disponibili.