Renzi e Padoan affrontano il nodo Tasi dopo i ripetuti rinvii della coppia Letta-Saccomanni. Le modifiche alla Tasi , la nuova tassa sulla prima casa che da quest'anno sostituisce l'Imu, dovrebbero arrivare oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri insieme al nuovo decreto enti locali. E' previsto che i Comuni abbiano più flessibilità sulle aliquote. In cambio dovranno finalizzare il maggior gettito per introdurre detrazioni in favore di alcune categorie di cittadini. L'aumento potrà arrivare fino allo 0,8 per mille complessivo: una "aliquota mobile" che i Municipi saranno liberi di spalmare su prima e seconda casa. Sembra sbloccarsi così, in vista dell'approvazione dei bilanci dei Comuni prevista entro il 30 aprile, il primo dossier economico in eredità dal precedente governo. In particolare il passaggio dall'Imu del 2012 (4 per mille di aliquota base) alla Tasi del 2013 (2,5 per mille) farà perdere 700 milioni ai Comuni per i quali saranno utilizzati sia i 500 milioni già stanziati dall'ultima legge di Stabilità sia le risorse che arrivano dalle maggiorazioni di aliquota. Ma tutte le risorse che arriveranno in più saranno indirizzate ad introdurre detrazioni (come nella vecchia Imu) per alcune categorie di contribuenti disagiati. In media le nuove detrazioni consentirebbero un risparmio di 63 euro. Se sarà mantenuto lo schema del vecchio accordo, secondo i primi conteggi della Uil Servizio politiche territoriali, nell'ipotesi di un rincaro della metà della "aliquota mobile", ovvero dello 0,4 per mille (dal 2,5 fissato dalla legge di Stabilità) sulla prima casa si arriverebbe a pagare il 2,9 per mille. Significa che nei Comuni dove sarà introdotta la detrazione ipotizzata di 63 euro medi, si risparmieranno 59 euro rispetto alla media dell'Imu 2012 (pari a 225 euro). In alcuni Comuni, come Milano, tuttavia si pagheranno in media 9 euro in più. Nell'ipotesi di un Comune che decida di utilizzare tutto lo 0,8 per mille sulla prima casa (è una possibilità perché le prime case sono più numerose e garantiscono maggior gettito) si arriverebbe al 3,3 per mille. In questo caso il risparmio medio per le famiglie disagiate, rispetto all'Imu, scenderebbe a 27 euro. Ma in circa la metà dei grandi Comuni presi in esame dalla Uil, si pagherà di più. Ad esempio: a Bari, Bologna, Firenze e Milano. Questi calcoli tuttavia sono frutto delle medie nazionali: per sapere se veramente si risparmierà, bisognerà vedere le mosse di ciascun sindaco (aliquote e detrazioni) destinate all'aiuto delle famiglie più disagiate. Gli altri pagheranno tariffa piena. Dove le detrazioni non saranno indirizzate a tutelare i nuclei numerosi, chi ha più di due figli rischia di pagare di più. Stesso discorso per chi abita in case più pregiate o non ha condizioni economiche disagiate. Capitolo a parte per le seconde case. Dove la "aliquota mobile" sarà caricata per l'intero 0,8 per mille, arriverà la stangata: la media dell'Imu 2012 era di 837 euro. Passando ad una aliquota dell'11,4 per mille, si pagheranno 64 euro in più.
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