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Canoni concordati, il Senato «prova» un nuovo taglio Imu - Il Sole 24 ore

  • 29 Apr, 2014
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Dal Parlamento. I correttivi al decreto Lupi

 

 L' Imu sui canoni concordati riprova la discesa, insieme all'ampliamento (prima di tutto ai Comuni teatro di calamità naturali) della platea dove questi contratti si possono stipulare portando con sé la cedolare secca al 10 per cento. Vanno in questa direzione i lavori sul decreto casa, che in questi giorni è sotto esame alle commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato. Il decreto è intitolato in realtà a «casa ed Expo», e su questo secondo versante si stanno studiando nuove deroghe al Comune di Milano sulla gestione del personale, in particolare con ritocchi ai limiti su straordinari e contratti a tempo determinato.
Ma è naturalmente la casa il cuore del provvedimento, che con un emendamento già presentato dai relatori (Stefano Esposito e Franco Mirabelli, entrambi del Pd) estende ai Comuni le nuove possibilità già concesse agli Iacp di vendere i propri alloggi e accedere al fondo da 500 milioni per le ristrutturazioni. La spinta al taglio Imu per i canoni concordati si era già affacciata nel lungo lavoro preparatorio del decreto governativo, ma alla fine l'aliquota fissa al 4 per mille, proposta dal ministro dei Traporti e Infrastrutture Maurizio Lupi, è stata esclusa dal testo per problemi di copertura. Gli stessi che ora si presentano alla nuova idea del «dimezzamento» Imu per i canoni concordati, avanzata al Senato. Costa 90 milioni ma, spiega Mirabelli, «c'è la volontà di Governo e relatori» di mettere nero su bianco gli sconti «concordando le modalità con i Comuni». Tra le proposte dei relatori c'è poi anche un alleggerimento del divieto di allacciamento ai servizi pubblici per le occupazioni abusive, che nella nuova versione perderebbe il suo carattere retroattivo e interesserebbe una platea più limitata.
Sempre al Senato, arriva oggi in Aula il decreto «salva-Roma», che potrebbe essere approvato tra stasera e domani rendendo ufficiali le regole sulla «super-Tasi» (aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille) e sulle detrazioni facoltative da parte dei Comuni. L'argomento è politicamente incendiario, e le opposizioni potrebbero riproporre il muro contro muro che già alla Camera, nonostante i numeri assai più favorevoli per la maggioranza, aveva reso travagliata l'approvazione. Gli spazi per modifiche sono quasi nulli, perché la legge di conversione va approvata entro il 6 maggio per evitare la terza "caduta" delle regole salva-Capitale.

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