Ultimo aggiornamento 02.07.2024 - 14:49

Imu, da rivedere i saldi già pagati- Sole 24ore

  • 23 Ott, 2014
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
TAG:
Letto: 841 volte

Le modifiche decise dai Comuni alle aliquote Imu richiamano ai calcoli e alla cassa anche i contribuenti che a giugno hanno versato tutta l'imposta in soluzione unica:

una possibilità, quella di levarsi d'impaccio le questioni del Fisco immobiliare in una tappa sola, prevista dalla legge ma resa nei fatti impossibile dallo stato di agitazione perenne vissuto dalla finanza locale.
È questo uno dei tanti effetti collaterali delle continue proroghe alle scadenze entro cui i Comuni devono scrivere i bilanci preventivi (quest'anno la trottola si è fermata al 30 settembre), termini che vengono posticipati in attesa che il quadro delle risorse trovi pace ma che trascinano con sé anche le scadenze per le decisioni sulle aliquote.
Quest'anno, con l'incrocio di Imu e Tasi, le variabili in gioco si sono moltiplicate esponenzialmente con il risultato che, come spiega per esempio il responsabile fiscale del Caf Cisl Franco Galvanini, «parlare di caos è un eufemismo». I sindaci avevano tempo fino a martedì per inviare al dipartimento Finanze le nuove delibere dell'Imu, ma il censimento ministeriale definitivo apparirà solo il 28 ottobre, e gli elenchi continuano a crescere: solo ieri si sono aggiunte 163 delibere, portando il numero totale a quota 6.991, per cui a consuntivo si scoprirà che circa nove Comuni su dieci hanno inviato un provvedimento nuovo rispetto al 2013.
L'entità delle modifiche, piccole o grandi a seconda dei casi, non ha nessun rilievo sul tasso di complicazione dell'imposta, perché l'arrivo di un nuovo provvedimento impone a contribuenti e professionisti di ricontrollare tutto. Le novità maggiori per l'Imu si incontrano più spesso nei Comuni medio-piccoli, che fino all'anno scorso erano riusciti a tenere le aliquote Imu lontane dai livelli massimi e ora le hanno ritoccate anche per compensare qualche "sorpresa" nella complicata distribuzione del fondo di solidarietà e delle compensazioni statali, ma anche in alcune grandi città non mancano cambiamenti di rilievo.
Se l'Imu aumenta
Quando le novità sono al rialzo, anche chi ha sperato di versare l'imposta a giugno in soluzione unica deve tornare alla cassa, e pagare la differenza fra l'Imu calcolata con le vecchie aliquote e quella prodotta dalle nuove. Se l'aliquota passa dal 7,6 all'8,6 per mille, per esempio, occorrerà versare un conguaglio dell'1 per mille. I nuovi calcoli, in ogni caso, impegnano tutti i 16 milioni di contribuenti proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale non «di lusso» (cioè non accatastata nelle categorie A/1, A/8 o A/9), perché gli acconti Imu sono in genere versati sulla base delle aliquote dell'anno precedente, come prevede la legge, e quindi le decisioni varate nel 2014 si scaricano integralmente sul saldo. Sempre nell'esempio di prima (passaggio dal 7,6 all'8,6 per mille), per una casa di 100mila euro di valore catastale l'acconto è stato di 380 euro (cioè il 50% di 100mila euro per 7,6 per mille), mentre il saldo andrà misurato calcolando l'imposta piena con la nuova aliquota (860 euro), e sottraendo i 380 euro pagati a giugno. Risultato: 480 euro.
Se l'Imu scende
Il caso non è raro, perché spesso le aliquote Imu scendono per fare spazio alla Tasi (ad esempio a Venezia). Se il conto complessivo diminuisce rispetto all'Imu 2013, il contribuente che ha pagato in soluzione unica a giugno deve fare richiesta di rimborso, e aspettare. La legge chiede ai Comuni di rimborsare in 180 giorni, ma il termine è «ordinatorio» e quindi spesso disatteso, soprattutto se le casse dell'ente sono in difficoltà.
Lo Stato, del resto, è un pessimo esempio al riguardo, perché i rimborsi di chi, per errore, ha pagato troppo per l'Imu di competenza statale sono bloccati dal 2012: la legge li prevede, ma manca il solito decreto attuativo, con la conseguenza che molti contribuenti chiedono ai Comuni di riavere quanto versato di troppo allo Stato ma ovviamente non ottengono nulla. Se la discesa dell'Imu è compensata dagli aumenti Tasi, invece, tutto dipende dal Comune: la compensazione fra i due tributi è possibile quando il regolamento tributario la prevede, altrimenti si arriva al paradosso di dover pagare puntualmente la Tasi mentre si è costretti ad attendere per i rimborsi Imu.

Progetti

Podcast - Gazzetta IFEL


Webinar
e-Learning

In presenza

Seminari