Il primo passo è la fusione della Tasi - la tassa sui servizi indivisibili come l'illuminazione pubblica, che si paga anche sull'abitazione principale - con la vecchia Imu, che invece riguarda le seconde case. Dal 2015 ci sarà un tributo unico e la decisione dovrebbe arrivare con un emendamento al disegno di legge di Stabilità, che oggi riprende il suo cammino in commissione Bilancio della Camera con una serie di audizioni. Dalla nuova tassa unica resterà fuori, almeno per il momento, la Tari, la tassa sui rifiuti. Sia perché le modalità di calcolo non sono omogenee, visto che non c'entra la rendita catastale. Sia perché resta in piedi l'idea di agganciare la Tari alla quantità di rifiuti prodotti: progetto più volte annunciato ma mai realizzato che in ogni caso richiede tempi più lunghi. Nella nuova tassa unica, invece, potrebbero entrare subito alcuni tributi minori che riguardano le attività commerciali, come quelli sulla pubblicità e sull'occupazione di suolo pubblico, cioè sui tavoli all'aperto.
La nuova tassa unica sulla casa lascerà un certo margine di manovra ai sindaci. Saranno loro a decidere l'aliquota all'interno di una forchetta fissata a livello nazionale. Dovrebbe sparire la quota a carico dell'inquilino che, al di là delle buone intenzioni nella costruzione della Tasi, ha portato confusione in una materia già complicata di suo. Si torna indietro anche sulle detrazioni. Oggi i sindaci hanno di fatto libertà assoluta con il risultato di 100 mila combinazioni possibili, secondo i calcoli del servizio politiche territoriali della Uil. Nell'emendamento al ddl sulla Stabilità si dovrebbe riprendere il modello della vecchia Imu sulla prima casa che prevede una detrazione fissa di 200 euro a famiglia più altri 50 euro per ogni figlio a carico.
Per arrivare alle vera e propria «local tax» di cui ha parlato Matteo Renzi sarebbe necessario aggiungere alla tassa unica anche le addizionali Irpef di Comuni e Regioni. Ma l'operazione richiede tempi più lunghi: anche qui le modalità di calcolo non sono omogenee visto che entra in gioco il reddito a prescindere dal fatto di avere una casa oppure no. Questo pezzo della riforma potrebbe salire su un altro treno, l'attuazione delle delega fiscale, forse insieme al tax day: uno o due giorni entro i quali pagare le tasse al posto delle mille scadenze previste adesso.
Nella maggioranza, Ncd chiede con Maurizio Sacconi di «semplificare l'imposizione sugli immobili anche per incoraggiare il mercato». Il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (Pd) dice che «non ci sarà la crescita dello 0,6% del prodotto interno lordo» prevista dal governo per il 2015. Proprio oggi l'Istat presenterà l'aggiornamento sulle «prospettive per l'economia italiana». Possibile che il dato sul Pil 2015 venga fissato al ribasso rispetto alle stime del governo.