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Imu agricola, domani rinvio al 26 gennaio- Sole 24ore

  • 10 Dic, 2014
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani il decreto con il «mini-rinvio» dell'Imu sui terreni ex montani, che nelle intenzioni del Governo dovrebbe rappresentare solo il primo passo per un intervento più complessivo.

Nel decreto, poi, potrebbe trovare spazio anche una sorta di "sanatoria" per le delibere Tari approvate dopo il 30 settembre, e quindi inapplicabili secondo il calendario della Iuc.Il primo fronte è quello aperto dal provvedimento attuativo, pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di sabato scorso, della norma scritta nel decreto di aprile sul bonus Irpef che chiede 350 milioni in più dai terreni, riscrivendo le regole dell'esenzione. Il decreto è arrivato parecchio in ritardo, e con il suo valore retroattivo ha scatenato la rivolta di professionisti e contribuenti e la tempesta politica. I 350 milioni di maggior gettito che si sarebbe in teoria prodotto con le nuove regole, che negano l'esenzione per i Comuni con «altitudine al centro» fino a 280 metri e la riservano a coltivatori diretti e imprenditori agricoli quando l'altitudine è fra 281 e 600 metri, sono già stati spesi, e quindi lo Stato li ha recuperati sforbiciandoli ai Comuni interessati dalle nuove entrate teoriche (sulle stime è battaglia). Alle amministrazioni locali sarà consentito di accertare in modo «convenzionale» le entrate stimate dal ministero dell'Economia, mentre si eviterà di chiedere ai contribuenti il pagamento entro il 16 dicembre.

Proprio l'accertamento convenzionale, come dimostra la vicenda della «mini-Imu» chiesta a gennaio scorso, ostacola un rinvio più lungo. La nuova data prevista è quella del 26 gennaio, e intanto il Governo dovrebbe studiare parametri più solidi per distinguere esenti e paganti: i futuri parametri, nelle intenzioni dell'Esecutivo, dovrebbero disciplinare anche i pagamenti del 26 gennaio, magari con conguagli e rimborsi successivi, ma questa è un'altra storia.

Il provvedimento, come accennato, potrebbe anche riaprire le porte alle delibere Tari arrivate in ritardo. Molti Comuni, infatti, non sono riusciti a gestire in tempo l'ennesimo cambio di parametri rispetto al passato, ma non possono nemmeno (come accaduto negli anni scorsi) applicare i criteri del 2013 perché i vecchi tributi sono stati abrogati dalla Tari. In questo quadro, quindi, rischierebbero di trovarsi senza base giuridica per chiedere il pagamento del servizio di igiene urbana.

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