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Imu agricola, il governo "salva" duemila comuni- La stampa

  • 26 Gen, 2015
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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In extremis il governo corregge il pasticcio dell'Imu sui terreni agricoli montani, rivede i criteri esentando 2000 comuni in più e sposta i pagamenti al 10 febbraio.

C'è voluta la mobilitazione delle associazioni degli agricoltori, dei comuni e del mondo politico (da ultimo una lettera di 106 deputati Pd a Renzi e Padoan), per sbloccare la situazione dopo che lo scorso dicembre l'esecutivo aveva deciso di far slittare al 26 gennaio il saldo dell'imposta con la promessa di rivedere i criteri contestati. Che però, complice una sospensiva prima introdotta e poi ritirata dal Tar del Lazio, tardava a concretizzarsi. In un primo momento, infatti, l'imposta 2014 non teneva conto delle peculiarità territoriali, perchè prendeva come unico riferimento altimetrico quello della sede del municipio, con tre fasce (sotto i 280 metri, tra 280 e 600 e sopra i 600), nè delle coltivazioni. Un consiglio dei ministri lampo, tenutosi ieri pomeriggio, dopo che in mattinata si erano incontrati il ministro dell'Economia Padoan e quello dell'Agricoltura Martina, ha deciso il cambio di rotta: esentati tutti i terreni, coltivati e non, ubicati nei comuni classificati come «totalmente montani» (la cosiddetta «montagna legale» censita dall'Istat) come pure i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli ubicati nei comuni classificati come «parzialmente montani». Tutti gli altri terreni e soggetti saranno tenuti a pagare l'Imu entro il 10 febbraio. Ma chi era esente con le vecchie regole non dovrà pagare nulla anche se coi nuovi parametri dovesse risultare il contrario. In pratica vengono esentati completamente 3.456 comuni (mentre prima erano 1.498) e ne vengono esentati parzialmente altri 655. Su 350 milioni di euro di gettito previsto ne verranno a mancare circa 90, ma senza grossi scompensi per il Tesoro. «Abbiamo lavorato per una soluzione definitiva e strutturale della vicenda - ha dichiarato Martina -. Col nuovo decreto abbiamo risolto i problemi amministrativi sopravvenuti e tutelato ancora di più coloro che vivono di agricoltura nei territori rurali». Il presidente di Uncem, Enrico Borghi, parla di «grande risultato politico» e ringrazia tutto il governo. Soddisfatte le organizzazioni agricole e soddisfatto il presidente dell'Anci Piero Fassino che però mette le mani avanti e chiede che «si verifichi con attenzione il gettito effettivo, e in conseguenza si riequilibri la riduzione delle risorse già operata sui comuni».

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