Diversi municipi stanno registrando rilevanti differenze negli incassi dell'Imu 2014 rispetto a quelli attesi. In particolare, in molti casi, gli importi riversati dall'Agenzia entrate risultano notevolmente superiori all'andamento degli anni precedenti o, comunque, alle stime operate dagli enti. Tali differenze, oltre alle fisiologiche divergenze tra quanto previsto e quanto effettivamente incassato, sono prevalentemente imputabili all'alimentazione del fondo di solidarietà comunale. L'art. 1, comma 680-ter, lett. a), legge di Stabilità 2013 (legge n. 228/2012) ha infatti stabilito che, dal 2014, il fondo di solidarietà comunale è alimentato da una quota dell'Imu di spettanza dei comuni, per un importo complessivo di 4.717,9 milioni, la quale è corrispondentemente versata all'entrata del bilancio statale. Le quote di Imu che i comuni devono versare al bilancio statale per l'alimentazione del fondo di solidarietà comunale sono trattenute direttamente dall'Agenzia entrate, secondo quanto previsto dall'art. 4 del dpcm 1/12/2014, pubblicato nella G.U. n. 21 del 27/1/2015. Quest'ultimo decreto disciplina l'alimentazione ed i criteri di riparto del fondo di solidarietà comunale per l'anno 2014 e, nell'elencoA allo stesso allegato, contiene gli importi trattenuti a tal ? ne ad ogni singolo comune. Nell'elenco B al dpcm invece, sono indicate le ulteriori somme trattenute dall'Imu di spettanza di quei comuni che, in virtù dei criteri di calcolo del fondo di solidarietà comunale, si sono trovati ad avere un'assegnazione negativa. In molti casi però i notevoli ritardi nella trattenuta dall'Imu delle somme di alimentazione del fondo da parte dell'Agenzia entrate non hanno permesso il raggiungimento delle quote da destinare al fondo in base all'elenco allegato A al dpcm 1/12/2014. Con il risultato che molti enti si sono trovati a ? ne anno a «sfondare» la previsione dell'Imu, vale a dire a incassare somme ben superiori rispetto alla previsione assestata del bilancio relativa alla citata imposta. Ciò in quanto gli importi previsti nel bilancio per l'Imu, per effetto del disposto dell'art. 6 del dl 16/2014, dal 2014 devono essere conteggiati obbligatoriamente al netto della quota destinata all'alimentazione del fondo di solidarietà e non più al lordo, come era invece possibile nel 2013. Tale situazione, oltre a comportare per quegli enti che non si sono accorti del fenomeno (tenuto conto anche della totale assenza di comunicazioni in merito a livello uf? ciale) il rischio di commettere inconsapevoli errori nella previsione del gettito Imu 2015 in sede di predisposizione del bilancio, crea notevoli ulteriori dif? coltà sia nella chiusura del consuntivo 2014 e sia in relazione al patto di stabilità interno. L'introito di somme in misura superiore alla previsione incrementa arti? ciosamente l'avanzo di amministrazione, di fatto però in modo del tutto virtuale, trattandosi di importi che devono essere riversati allo Stato e quindi «non spendibili». Ma sui quali, ignari enti, potrebbero far conto, ad esempio, per la costituzione del fondo crediti di dubbia esigibilità, in sede di riaccertamento straordinario dei residui nell'ambito del passaggio alla nuova contabilità armonizzata di cui al dlgs 118/2011. Inoltre, l'incremento degli accertamenti di parte corrente determina un aumento del saldo ? nanziario di competenza mista rilevante ai ? ni del patto di Stabilità interno per il 2014, portando a risultati del tutto falsati che, in taluni casi, potrebbero far risultare rispettato il saldo obiettivo ai ? ni patto laddove, invece, in assenza delle somme erroneamente accreditate in misura superiore a quanto spettante, non sarebbe stato in realtà raggiunto. Poiché le somme attribuite in eccesso dovranno essere comunque versate al bilancio statale, la circostanza potrebbe avere risvolti ancora più preoccupanti nel 2015. Se, infatti, il ? nanziamento della spesa per il rimborso delle somme allo stato, da stanziare nel bilancio di previsione 2015, potrà avvenire applicando al bilancio di previsione la quota dell'avanzo vincolata, ben più complessa è la situazione ai fini del patto di stabilità interno. Come è noto, infatti, mentre la spesa per il rimborso è rilevante ai ? ni del patto, ciò non avviene per l'avanzo di amministrazione applicato al bilancio, destinato al ? nanziamento del predetto rimborso. Con conseguente dif? coltà nel rispetto del saldo obiettivo, per cause non imputabili agli enti. Se nella migliore delle ipotesi tale aggravio rischia di vani? care gli alleggerimenti al saldo ? nanziario obiettivo ai ? ni patto contenuti nella legge 190/2014, in molti casi ciò potrebbe determinare l'impossibilità di rispettare il patto per l'anno 2015. Appare pertanto necessario che il problema trovi una soluzione, preferibilmente normativa, per sterilizzare l'effetto ai ? ni patto della restituzione allo Stato delle somme versate in eccesso. Si potrebbe pensare all'introito delle maggiori somme nei servizi per conto terzi (neutre ai ? ni del patto), in modo da poter creare nella spesa del bilancio l'impegno necessario per il successivo rimborso. Infatti, sia nell'attuale ordinamento contabile che nel nuovo ordinamento, nei servizi per conto terzi è possibile contabilizzare solo quelle operazioni per le quali manca l'autonomia decisionale dell'ente, essendo predeterminate in base a disposizioni di legge ovvero a convenzioni, vale a dire quando l'ente non può decidere né l'ammontare, né i tempi e neppure il destinatario della spesa. In alternativa, ove vi fossero i necessari spazi, gli enti potrebbero impegnare la somma occorrente imputandola a uno stanziamento del bilancio 2014 incluso nell'intervento 8 (o 5) prima della chiusura del rendiconto 2014 (ipotesi piuttosto rara ad esercizio concluso). Altre soluzioni potrebbero derivare dalla previsione di un accertamento convenzionale rilevante ai ? ni Patto da iscrivere nell'entrata del bilancio 2015, con contestuale riduzione del saldo finanziario rilevante per il 2014, oppure nell'esclusione della spesa per il rimborso della quota Imu destinata al fondo dagli impegni rilevanti ai ? ni del patto. *responsabile area economico-? nanziaria comune di Corciano (Pg) Membro osservatorio tecnico - docente Anutel