Con altre parole, lo dice anche l'Istat a proposito dell'elenco dei Comuni montani: stilarlo, così come aggiornarlo, non è di competenza dell'Istituto nazionale di statistica, il cui compito è limitato alla "tenuta" di tale elenco. Con un comunicato l'Istat prova a mettere i puntini sulle "i" e si difende dalle notizie che «imputano all'Istat la classificazione dei Comuni montani utilizzata per la quantificazione dell'Imu». Quella che suddivide i Comuni in base al "grado di montanità" «non è una classificazione Istat - spiega l'Istituto - ma l'esito dell'applicazione dell'articolo 1 della legge 991/1952». L'elenco è stato stilato dall'Uncem (Unione nazionale Comuni comunità enti montani) e trasmesso all'Istat, che lo ha incluso tra le informazioni di interesse ai fini dello studio statistico del territorio comunale congiuntamente ai codici statistici comunali.L'elenco, spiega l'Istat, avrebbe dovuto essere aggiornato dalla commissione censuaria centrale istituita presso il ministero delle Finanze, che aveva il potere di includere tra i territori montani anche Comuni che, in deroga alle condizioni standard (previste dalla legge 991/1952), fossero già classificati come montani dal catasto agrario o danneggiati da eventi bellici o appartenenti a comprensori di bonifica montana. Nel 1990, ricorda l'Istat, la legge n.1 42 ha abrogato gli articoli 1 e 14 del provvedimento del 1952 «impedendo di fatto la possibilità di rivedere e aggiornare tale classificazione». Se, dunque, un Comune non è incluso tra quelli considerati "montani" o "parzialmente montani" non è colpa dell'Istat.