Il decreto legislativo (che già oggi, almeno in sintesi, dovrebbe approdare all'esame preventivo della mini bicamerale) passerà dal Consiglio dei ministri il 20 febbraio per poi iniziare l'esame ufficiale in Parlamento.La mini bicamerale, composta dai rappresentanti di tutti i gruppi e coordinata dal presidente della commissione Finanze e tesoro del Senato, Mauro Maria Marino, e dal presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, era nata proprio per consentire al Governo di correggere preventivamente quelle parti del testo che verrebbero sicuramente bocciata dalle Commissioni.
Oggi, quindi, ci potrebbe essere già un testo. Che del resto non dovrebbe essere molto diverso dalla bozza di fine dicembre, elaborata dal Mef sulla base di una serie di indicazioni normative dell'agenzia delle Entrate. In questa prima bozza, del resto, si delinea un quadro che difficilmente potrebbe essere digerito dal Parlamento.
In estrema sintesi, nel nuovo catasto la delega prevede che a ogni unità immobiliare (sono circa 63milioni) venga attribuito un nuovo valore patrimoniale e una nuova rendita locativa. In ambedue i casi partendo dai dati di mercato ricavati da una serie di immobili campione e utilizzando funzioni statistiche che consentano di estendere quelle valutazioni di base, grazie a un algoritmo con un certo numero di variabili, alla singola unità. Il risultato finale deve condurre a una parità di gettito fiscale, quindi con abbassamenti delle aliquote d'imposta, dato che la revisione porterà a innalzare i valori catastali nella maggior parte dei casi (ma non tutti).
I problemi emersi sulla base della prima bozza del decreto legislativo riguardano anzitutto proprio l'invarianza di gettito: nel decreto si parla di un'invarianza a livello nazionale mentre la proprietà edilizia ha sempre sostenuto che nella delega si fa riferimento esplicito a un'invarianza ali vello «comunale». Poi c'è la questione delle planimetrie mancanti (alcuni milioni): a questo si ovvierebbe attribuendo un certo numero di metri quadrati, prefissato per ogni categoria catastale abitativa, a ogni vano che componga l'unità immobiliare. Un metodo un po' approssimativo, anche se i proprietari potrebbe comunicare all'Agenzia i dati mancanti. E anche sulle zone sulle quali applicare, tramite algoritmi, i valori-campione, si rischia di andare ad allargamenti eccessivi, causa la mancanza di dati di mercato seri. Va ricordato che sul tema delle zone e su quello dell'invarianza il Sole 24 Ore ha ospitato il 7 e 10 febbraio due articoli di Gianni Guerrieri dell'agenzia delle Entrate.
«Domani (oggi per chi legge, ndr) ci sarà la bicamerale e verrà presentato un sunto dei provvedimenti - dice Marino - da cui potremo partire per una discussione seria». Daniele Capezzone esprime un certo allarme: «Venendo al merito, esprimo sin d'ora grave e profonda preoccupazione per le indiscrezioni giornalistiche che si susseguono da settimane sul catasto. Vigilerò in modo attentissimo a tutela dei proprietari di immobili, affinché siano rispettati alla lettera i paletti che abbiamo inserito nell'articolo 2 della legge delega a tutela dei cittadini ».