Voci che al momento sono respinte dal Governo, intenzionato a non cedere sulla linea della "fermezza" sul calendario, ribadita anche giovedì scorso per l'altro allarme relativo alla scadenza al 30 aprile di rendiconti 2014e riaccertamento dei residui. I due temi, decreto e scadenze, sono strettamente collegati, perché dal provvedimento in cantiere da settimane gli amministratori locali aspettano molte risposte a interrogativi rimasti aperti. Prende forma, anzitutto, il tetto alle penalità per chi ha sforato il Patto nel 2014: da quest'anno, infatti, le regole prevedono una sanzione equivalente allo sforamento, che rischierebbe in particolare di far saltare definitivamente i conti delle tante (almeno 38) Province e Città metropolitane interessate. Il provvedimento dovrebbe invece fissare un tetto al 20% dello sforamento, mentre la vecchia norma (multa massima al 3% delle entrate correnti) è stata ribadita per quest'anno dal Milleproroghe per il solo Comune di Venezia. In questi giorni si è discusso anche della possibilità di affiancare alla "regola del 20%" anche un parametro alternativo, pari al 2% della spesa, ma il tema-sanzioni è politicamente delicatoe la disponibilità del governo è tutta da verificare. Ancora in corso i calcoli sul fondo Tasi, che comunque dovrebbe fermarsi sotto i 625 milioni dell'anno scorso (come anticipato sul Sole 24 Ore del 10 aprile). Per sostenere la cassa dei Comuni il decreto dovrebbe mettere in campo anche un anticipo dell'Imu, pari all'8% delle risorse standard di ogni ente, che si tradurrebbe in un assegno da circa 1,3 miliardi. In grossa difficoltàè anche la cassa di Provincee Città metropolitane, che hanno risorse "tarate" su un personale ridotto rispettivamente del 50 e del 30% ma non hanno ancora visto spostarsi un dipendente e non hanno una voce di entrata da anticipare per sostenere il problema. A loro il decreto dovrebbe offrire la possibilità di utilizzare le rinegoziazioni dei mutui anche per la spesa corrente, e non solo per investimenti o abbattimento del debito. Ci sono però due problemi: non tutti gli enti in difficoltà hanno mutui consistenti da rivedere, e il programma di rinegoziazione appena lanciato da Cdp chiede di presentare entro il 22 maggio il preventivo 2015, che in tanti casiè ancora lontano dall'approvazione. Sulle date dei bilanci si scalda ancora il dibattito. I sindaci sono tornatia chiedere di rinviarei termini del consuntivo in scadenza il 30 aprile, anche dopo l'intervento in Parlamento con cui il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha negato ogni possibilità di rinvio. Il problema è il riaccertamento dei residui chiesto dall'armonizzazione, ma uno slittamento di questo termine rischierebbe di produrre proroghea catena: ipotesi che il Governo vuole evitare.