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Capannoni industriali tassati come beni di lusso- La Stampa

  • 11 Giu, 2015
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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Capannoni e laboratori in Italia sono tassati come se fossero seconde case, o se vogliamo, come beni di lusso. La somma di Imu e Tasi che grava sugli immobili produttivi arriva infatti a sfiorare il 10 per mille, denuncia Confartigianato.

In base alle aliquote fissate per il 2014 il valore medio nazionale dell'Imu, in base alle elaborazioni di IT Working, è infatti pari al 9,38 per mille, mentre quello della Tasi tocca lo 0,59 che corrisponde ad un prelievo totale del 9,97. Dove si paga di più L'analisi delle aliquote per regione - segnala uno studio di Confartigianato che la Stampa è in grado di anticipare - evidenzia che la tassazione più elevata si registra in tre regioni del Mezzogiorno e due del Centro. Il record spetta all'Umbria col 10,34 per mille, seguita da Campania (10,19), Sicilia (10,16), Lazio (10,15) e Calabria (10,14). All'opposto una minore pressione si registra in Veneto col 9,64 per mille, preceduto da tre regioni, tutte a statuto speciale: Sardegna (9,05), Friuli (8,97) e Valle d'Aosta che con l'8,16 per mille è la regione con la somma più bassa delle aliquote ordinarie di Imu e Tasi. Il Piemonte è al nono posto con una aliquota complessiva del 10,02, la Liguria è invece 14esima (9,92). A livello di province il livello più alto di prelievo si tocca a Trieste (10,99 per mille). Milano sta invece al 10,2 e Torino al 10,11. Oltre ad Aosta, in coda alla classifica, troviamo invece Oristano, Udine, Gorizia e Pordenone tutte nettamente sotto il 9 per mille totale. +153,5% in tre anni Complessivamente il passaggio dall'Ici all'Imu e quindi alla Tasi tra il 2011 ed il 2014 ha fatto lievitare del 153,5% il prelievo sugli immobili sino a toccare quota 24,96 miliardi (contro 9,85). Per le famiglie tutto ciò si è tradotto in un aumento medio di 616 euro, importo che è pressoché equivalente alla spesa media annua delle famiglie italiane per alberghi, pensioni, e viaggi organizzati (641 euro/anno). L'arrivo della Tasi, segnala ancora Confartigianato, ha determinato un impatto maggiore proprio sugli immobili diversi dalla prima casa: l'analisi sui possessori di immobili "persone fisiche" indica infatti che il prelievo medio Imu-Tasi del 2014 rispetto all'Imu del 2012 aumenta del 18,4% su seconde case e immobili strumentali delle imprese e scende invece del 10% per le abitazioni principali. Un'altra anomalia riguarda poi quella che si può definire la "tassa sulla tassa" causata dalla indeducibilità totale o parziale di queste imposte che pesa in maniera considerevole sui bilanci delle imprese chiamate a farsi carico di 1,4 miliardi di maggiore prelievo Irpef e Irap a fronte di un totale ImuTasi di 7,2. Ipoteca sulla ripresa "Le tasse sugli immobili che cittadini e imprenditori vedono lievitare di anno in anno rappresentano una costosa ipoteca sulle prospettive di ripresa economica - denuncia il segretario di Confartigianato, Cesare Fumagalli -. Alle complicazioni derivanti dalla giungla di aliquote diverse si aggiunge il loro costante aumento, che grava in modo assurdo sugli immobili produttivi delle imprese, tassati alla stregua di seconde case. Come se produrre e dare lavoro fosse un lusso. Ci auguriamo che il Governo corregga finalmente queste storture con l'introduzione della nuova Local tax, che dal prossimo anno dovrebbe sostituire Imu e Tasi".

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