Ma l'input a spegnere ogni tipo di polemica è comunque arrivato: si troverà una soluzione che impedirà eventuali squilibri. Ovvero l'obiettivo che si vuole perseguire è quello di non far pagare alle scuole paritarie nessuna tassa sugli immobili, ma è necessario un approfondimento sulla norma introdotta dal governo Monti relativa al pagamento dell'Imu da parte delle organizzazioni non profit. IL PRIMO PASSO Il primo passo lo ha compiuto Claudio De Vincenti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che dopo aver annunciato l'apertura di un tavolo ha avviato i contatti con tutte le associazioni non profit interessate alla questione dell'Imu per le scuole paritarie. La premessa è che verrà ribadita la distinzione tra le scuole che hanno funzioni pubbliche e quelle non "parificate", le private a fine di lucro. Del resto, lo ha sottolineato anche il sottosegretario, la norma sulla quale si sono espressi i giudici della Cassazione «era una norma senza dubbio equilibrata, dal momento che riconduceva il pagamento solo alle componenti di natura commerciale». LE PROSSIME MOSSE Intanto l'esecutivo - anche per vie informali - ha rassicurato subito la Cei sulla volontà di mettere fine ad ogni tipo di ambiguità. Il piano del governo è quello comunque di abolire l'Imu nei prossimi mesi, «un provvedimento che coinvolgerà - spiegano fonti della maggioranza - anche i capannoni industriali e quindi niente di strano se riguarderà anche le scuole». A richiedere l'intervento del governo, a difesa delle scuole paritarie e della legge n.62 del 2000 introdotta dall'allora ministro Berlinguer, era stato monsignor Galantino (segretario della Conferenza episcopale italiana), paventando la chiusura di molti istituti frequentati da circa un milione e 300 mila studenti. I PARTITI Ma anche molte forze politiche, tra cui Ncd, avevano gridato allo scandalo contro la sentenza. «Il problema si risolvera' presto e senza intoppi», si dice ora convinto Gaetano Quagliariello. Matteo Renzi ha voluto evitare che la sentenza sulle scuole di Livorno che rischiano di dover pagare 400 mila euro circa si trasformasse in uno scontro ideologico. «Niente allarmismi, si affronterà il problema con serietà». PALAZZO CHIGI Da qui la decisione di palazzo Chigi di avocare a sé la questione. Il ministero dell'Istruzione naturalmente sarà coinvolto ma sarà direttamente la sede del governo, tramite appunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a sbrogliare la matassa. Da più parti c'era chi chiedeva di intervenire subito, magari con un decreto. Ma l'orientamento è quello di fare chiarezza e di risolvere la querelle nella legge di stabilità che sarà varata dal Consiglio dei ministri il prossimo autunno.