Sono stati respinti, infatti, gli emendamenti, sostenuti anche dall'Anci, che miravano a rendere le relative entrate valide ai ? ni del conseguimento degli obiettivi di ? nanza pubblica imposti ai comuni. Il problema nasce con l'art. 8, comma 10, del dl 78/2015. Tale norma, dopo una lunga trattativa fra governo e sindaci, ha ri?nanziato con 530 milioni il fondo (che nel 2014 ne valeva 625) destinato ai municipi che, avendo l'Imu al massimo, non possono applicare la Tasi. Una parte delle risorse (57,5 milioni), inoltre, è stata destinata agli enti penalizzati dalle sovrastime sull'Imu terreni (e dai conseguenti tagli eccessivi al fondo di solidarietà). Tale somme, il cui riparto è stato anticipato nei giorni scorsi dal ministero dell'interno nelle more della pubblicazione del decreto ministeriale che lo formalizzerà, non entrano però nei conteggi del Patto. Il che signi? ca che i bene? ciari possono contabilizzarle a bilancio, ma non possono considerarle come una componente positiva del saldo di competenza mista che misura il loro concorso al risanamento dei conti nazionali. In pratica, per il Patto questa entrata è come se non ci fosse, come accade anche per l'avanzo e per i mutui. Ciò ovviamente crea grossi problemi agli enti interessati, rendendo molto dif? cile l'utilizzo dei proventi del fondo e complicando la quadratura dei conti. Per ovviare, l'Anci aveva proposto di limitare l'esclusione dal Patto al 40% delle assegnazioni, in modo da attenuare (anche se non risolvere) il problema. Le relative proposte emendative sono state però respinte dalla Commissione bilancio del senato per problemi di copertura ? nanziaria. La questione non è di poco conto: basti pensare che per il comune di Milano (cui è andata la fetta più grande del fondo, seguita da quelle di Napoli, Torino e Genova) il «buco» è di quasi 68 milioni (67,6). Non a caso, l'amministrazione guidata da Giuliano Pisapia nelle scorse settimane ha tentato di correre ai ripari aderendo al Patto orizzontale nazionale, ossia chiedendo in prestito quote di Patto agli enti in surplus. In questo modo, però, sono stati recuperati appena 6,3 milioni, che per di più dovranno essere restituiti nei prossimi due anni. In totale, sono quasi 3.500 i comuni alle prese con questa grana, fra i quali quelli maggiormente penalizzati sono le vittime incolpevoli degli errori di calcolo del Mef sul gettito Imu terreni, che ora si trovano in dif? coltà ad utilizzare i trasferimenti compensativi.