le nuove decisioni potranno entrare in vigore solo dal 2016, quando però sul Fisco immobiliare cambierà tutto un'altra volta. Le lettere sono arrivate in questi giorni, e creano più di un problema ai Comuni interessati che dovranno rivedere le entrate (le delibere contestate ritoccavano al rialzo aliquote e tariffe) e provvedere in assestamento. La legge del restoè chiara,e impone alle amministrazioni locali di fissare le richieste ai cittadini in fatto di Imu/ Tasi, addizionale Irpef e altri tributi, oltre che le tariffe dei servizi, entro il termine per l'approvazione dei bilanci preventivi. Meno lineareè stato il modo in cui siè arrivati alla scadenza: man mano che ci siè avvicinati al 30 luglio (non il 31, con scelta originale assunta nell'ultima proroga)è cresciuto d'intensità il braccio di ferro fra sindacie Governo sull'ipotesi di un nuovo rinvio: alla fine,è stata concessa una proroga su misura ai soli Comuni siciliani (oltre che alle Province), con il risultato che molti enti si sono trovati paradossalmente spiazzati dal mancato slittamento del termine. Di questa difficoltà ha tenuto conto il Viminale, che informalmente ha suggerito alle Prefetture di non attivare subito le procedure che portano al commissariamento dei Comuni "senza bilancio", con il risultato che molte amministrazioni hanno utilizzato le settimane successive per chiudere i preventivi. Peri casi in cui sono state rialzate le aliquote o le tariffe, arriva ora lo stop dell'Economia. Le delibere incriminate andrebbero dunque annullate in autotutela, anche perché eventuali aumenti decisi oltrei termini sarebbero destinatia sconfitta certa in caso di impugnazione. In Italia, però, nullaè certo,e ancora si discute della sanatoria ex post delle delibere ritardatarie che era stata ipotizzata due settimane fa, sull'esempio di quanto accaduto l'anno scorso con la Tari: il minidecreto enti locali approvato dal Governo, quello che concede sconti sul Patto nelle aree alluvionate dell'Emilia, non ne parla, e gli eventuali emendamenti sembrano scontrarsi con l'esigenza del Governo di approvare il testo senza modifiche in vista della sessione di bilancio. L'incertezza endemica che circonda la finanza locale viene confermata dalle incognite sulla procedura per il varo del Dup, il documento unico di programmazione chiesto agli enti locali dalla riforma della contabilità. La commissione Arconet che si è riunita ieri ha sciolto solo una piccola parte dei dubbi che circondano la procedura. Il termine del 31 ottobre, spiega la commissione, si riferisce alla presentazione al consiglio del documento approvato da parte della Giunta. La Giunta, quindi, deve procedere a un'approvazione formale del Dup, ma nonè chiaro se lo stesso dovrà essere fatto dal consiglio, con la conseguente possibilità di discussioni ed emendamenti: se ne discuterà alla prossima riunione, convocata fra due settimane.