Anche per l'anno prossimo, insomma, ci saranno doppi modulie doppi calcoli sulla stessa imposta. La semplificazione avanza invece nell'addio del Patto di stabilità, con la conferma del meccanismo per spingere gli investimenti nei «Comuni virtuosi» (anticipato sul Sole 24 Ore del 13 ottobre). Una bella sponda è arrivata ieri dalla commissione Bilancio della Camera presieduta da Francesco Boccia (Pd), il quale al termine dell'indagine sul tema annuncia l'indicazione che il «pareggio di bilancio», con l'obbligo di rispettare otto diversi saldi e la regia regionale sul debito che avrebbe rischiato di bloccare gli investimenti, slitta al 2017. Un passaggio che serve non solo a prendere tempo, ma ad avviare la nuova regola che di fatto sostituirà quelle scritte nel 2012: obbligo di pareggiare solo il saldo finale di competenza, con un meccanismo che dovrebbe tenere in considerazione anche i fondi previsti dalla nuova contabilità. Tradotto, significa più spinta agli inve­ stimenti localie «cassa libera», con la caduta degli ostacoli che finora hanno frenato i pagamenti alle imprese. Sempre nel nome dei «virtuosi» dovrebbe accelerare (il Governo punta al raddoppio) il peso dei «fabbisogni standard» nella distribuzione del fondo di solidarietà, che potrebbe essere alimentato anche dall'Imu finora pagata allo stato da capannonie alberghi. Cattive notizie, invece, per Città metropolitane e Province: fino a ieri sera non era stata individuata la copertura per ridurrei tagli aggiuntivi da un miliardo previsti per il 2016, con un concreto rischio­dissesto diffuso fra questi enti.