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Imu e Tasi, sanatoria sulle delibere tardive nel Dl salva-Regioni- Sole 24ore

  • 29 Ott, 2015
Pubblicato in: Entrate e Riscossione
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La telenovela della sanatoria per le delibere fiscali approvate in ritardo si arricchisce di una nuova puntata, perché nella mattinata di ieri è intervenuto il presidente del Senato Pietro Grassoa stralciare la norma dalla conversione in legge del decreto voluntary per incompatibilità di materia:

il fatto che anche le delibere dei Comuni rientrassero sotto il cappello generico della materia fiscale, che aveva spintoi deputatia premere sull'acceleratore, non ha convinto Grasso a interpretare in maniera "flessibile" i regolamenti di Palazzo Madama. A questo punto, visti tanti tira e molla sulla vicenda che hanno disorientato molti amministratori, è bene partire dalla sostanza. Ad oggi, le delibere con gli aumenti di Imu, Tasi, addizionali Irpef o altri tributi minori sono inefficaci, e lo saranno anche il prossimo anno alla luce del congelamento fiscale delle aliquote locali previsto nel disegno di legge di stabilità. A decidere la validità o meno delle delibere è la data di approvazione in consiglio, mentre il passaggio in giunta non ha alcun rilievo: se il semaforo verde in assemblea siè acceso dopo le 23.59 del 30 luglio, con l'eccezione dei comuni siciliani che hanno avuto tempo per i preventivi fino al 30 settembre, non ha alcuna validità. Vista la copiosa giurisprudenza in materia, le decisioni ritardatarie non hanno chance di sopravvivere a un eventuale contenzioso, per cui il ministero dell'Economia aveva invitato i sindaci interessati ad annullare tutto per evitare problemi. Naturalmente, però, nel travagliato mondo della finanza locale non è mai detta l'ultima pa­ rola, e si studia ora la possibilità di imbarcare la sanatoria nel decreto salva­regioni che nei prossimi giorni il governo dovrebbe varare per consentire il ripiano in 30 anni dei disavanzi creati dall'errata gestione delle anticipazioni di liquidità (problema che interessa anche molti Comuni, come certificato dalla Corte dei conti). In quella sede i Comuni vorrebbero veder spuntare anche la proroga agli obblighi di centralizzazione degli acquisti ­ tema su cui ieri il presidente dell'Anci Piero Fassino è tornato a chiedere un intervento al ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia ­ per accompagnare il sistema verso le nuove regole fissate dal 1° gennaio prossimo in manovra evitando l'ennesimo rischio blocco delle procedure, soprattutto nei Comuni fino a 10mila abitanti. Va detto però che in questa fase la parola "proroga" è al minimo di popolarità dalle parti di Palazzo Chigi, per cui l'esito di queste partite non è scontato. Intanto si sgonfia il rischio sanzioni sull'altra scadenza di fine ottobre che interessa il mondo degli enti locali, quella legata all'obbligo per le Regioni di approvare le leggi di riordino di funzioni e personale provinciale. Dopo l'arrivo della legge della Campania, a sforare il termine del 31 ottobre dovrebbero essere solo il Molise, dove si prevede il via libera entro metà novembre,e il Lazio. Resta l'esigenza di far partire davvero il portale nazionale della mobilità con il censimento del personale da spostare, ma l'esperienza delle regioni che hanno approvato le leggi dei mesi scorsi insegnano che i tempi non sono brevi.

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