L’Anci ribadisce la richiesta di evitare alcun onere a carico del comparto dei Comuni, e di assicurare alcuni principi che dovrebbero indirizzare il processo di revisione: garantire autonomia e responsabilità impositiva ai Comuni ed applicare i principi di progressività e di equità fiscale, con l’obiettivo generale di assegnare tutta l’imposizione fiscale sugli immobili ai Comuni”. Lo hanno detto il presidente facente funzioni dell’Anci, Alessandro Cattaneo, e il coordinatore delle Anci regionali, Alessandro Cosimi, davanti alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato.Nel presentare la proposta dell’Anci sul tema ai membri della Commissione, gli esponenti dell’Associazione hanno ricordato che “tra il 2008 e il 2013 il comparto dei Comuni ha subito tagli per 6,3 miliardi, garantendo al contempo risparmi di 13 miliardi allo Stato centrale in 5 anni”. A questa situazione di disagio, “che inevitabilmente si riverbera sulla qualità e sulla quantità dei servizi ai cittadini”, è seguita “una generale incertezza riguardo le entrate proprie dei Comuni, a partire dall’Imu e dalla Tares, per finire con code di gettito non ancora riconosciute. Tutto ciò non consente ad oggi di chiudere i bilanci preventivi dell’85% dei municipi italiani”.E, se “l’intervento sull’abitazione principale sembra costituire la questione centrale del riassetto prospettato dal dl 54 – sottolineano gli esponenti dell’Anci – non va sottovalutato che l’intervento che si prospetta avviene in corso d’anno, su un tributo che è stato già oggetto di manovra da parte dei Comuni e inciderebbe in modo molto differenziato a seconda delle specifiche situazioni locali”.La risposta, sostiene l’Anci, risiede “nel tornare al principio di autonomia e responsabilità previsto dal federalismo fiscale, con la previsione che vada ai Comuni, per intero, la tassazione e il gettito sul cespite immobiliare”. Da qui la necessità, spiegano gli esponenti dell’Anci, di “individuare le modalità migliori di coinvolgimento nel finanziamento del bilancio comunale dei principali fautori dei servizi comunali di carattere generale: i residenti e coloro che svolgono attività economiche e non di diversa natura nel territorio comunale”. Gli obiettivi, concludono, dovrebbero essere quattro: “Una migliore definizione delle rendite catastali, anche attraverso il coinvolgimento diretto dei Comuni; il potenziamento delle facoltà di adottare agevolazioni fiscali legate al reddito; la fissazione di un’aliquota di equilibrio per assicurare flessibilità alla manovre comunali; l’introduzione a livello nazionale del sistema Isee per l’accesso ai servizi comunali”.