Il rispetto dei tempi di pagamento è inserito tra le riforme abilitanti del PNRR (riforma 1.11) ed è, quindi, considerato tra gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano nel suo complesso. Inoltre, la tempestività dei pagamenti è condizione necessaria perché la procedura d’infrazione intrapresa dalla Commissione europea contro l’Italia per la violazione della direttiva 2011/7/UE possa concludersi positivamente.
In questo contesto, con il webinar del 19 luglio scorso, ANCI-IFEL e la RGS, hanno riepilogato la disciplina sui tempi di pagamento dei debiti commerciali, fornendo indicazioni utili sulle modalità di applicazione delle misure di garanzia e riportando i principali risultati del monitoraggio.
Pubblichiamo, ora, le risposte alle domande pervenute.
Tra gli argomenti trattati:
- la possibilità di monitorare lo stock di debiti in corso d’anno (Attraverso il servizio dedicato allo stock del debito di AreaRGS è possibile visualizzare i dati rilevati per l’esercizio in corso. Relativamente allo stock 2022 vengono prese in considerazione tutte le fatture non pagate alla data dell’ultimo aggiornamento. Per quanto riguarda il calcolo dei tempi, per le fatture non pagate alla data dell’ultimo aggiornamento il sistema attribuisce la data del 31.12.2022 [cfr. quesito 18]);
- l’ordine da seguire nel pagamento delle fatture (Si rammenta l’opportunità che le fatture già scadute vengano pagate, di norma, in ordine cronologico e non in base alla scadenza della fattura, nel rispetto della “par condicio creditorum” [cfr. quesito 29]);
- le modalità di gestione in PCC delle autofatture comunitarie (a breve il sistema sarà in grado di intercettare attraverso il contenuto dell’autofattura l’identificativo e la data del documento associato in modo tale da riuscire ad associare attraverso il numero dell’autofattura il pagamento, per il quale in alternativa sull’OPI potrà essere messo o il numero della fattura cartacea o il numero del documento elettronico. Quando verrà messo a punto questo meccanismo saranno fornite indicazioni agli enti di non caricare più manualmente questi documenti su PCC. Nel frattempo, la soluzione temporanea è quella di chiudere con il CH i documenti elettronici di autofattura e continuare ad inserire le fatture dei fornitori esteri su PCC ed inserire nell’OPI gli identificativi della fattura analogica come caricata su PCC [cfr. quesito 32]).