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Conferenza Unificata 1° dicembre 2016: approvato schema DPCM concernente criteri e modalità di “Ricorso all’indebitamento da parte delle Regioni e degli enti locali”

  • 07 Dic, 2016

Lo scorso 1° dicembre è stato approvato, con parere positivo dell’ANCI, delle Regioni e dell’UPI, lo schema di DPCM di attuazione dell’art. 10 della legge 243/2012 in materia di “ricorso all’indebitamento da parte delle Regioni e degli Enti locali”, ivi incluse le modalità attuative del potere sostitutivo dello Stato, in caso di inerzia o ritardo da parte delle Regioni. La pubblicazione del testo è attesa nei prossimi giorni.

Il provvedimento, che regola per il triennio 2017-2019 la redistribuzione di spazi finanziari a livello regionale e nazionale, dà avvio ad una nuova fase in materia di regionalizzazione dei vincoli di finanza pubblica, che si prospetta indubbiamente più complessa rispetto all’esperienza dei Patti regionali fin qui maturata, il cui obiettivo è quello di introdurre strumenti di flessibilizzazione nella gestione ed utilizzo degli spazi finanziari disponibili così che questi non vadano dispersi.

Lo schema di decreto chiarisce anzitutto che il finanziamento degli investimenti tramite ricorso al debito o utilizzo degli avanzi di amministrazione nell’ambito del saldo finale di competenza di ciascun ente locale non necessita di alcuna ratifica/autorizzazione in sede di “intesa” regionale. Pertanto, le intese a livello regionale ed il patto di solidarietà nazionale riguardano esclusivamente la redistribuzione degli spazi finanziari ulteriori, lasciando al contempo piena autonomia agli enti per ciò che riguarda gli investimenti nel rispetto del proprio saldo di competenza.

In particolare, le intese regionali disciplinano le operazioni di investimento realizzate attraverso indebitamento o utilizzo dei risultati dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti delle Regioni e degli enti locali. Pertanto, gli enti locali e le Regioni che ritengano di non poter utilizzare gli spazi disponibili potranno cederli ad enti che, al contrario, dispongano di maggiori risorse e di minori spazi. L’avvio del processo a cura delle Regioni deve avvenire, per il 2017 entro il 15 febbraio 2017, prevedendo la ricerca dell’intesa con gli enti locali dei rispettivi territori.

Le domande di cessione e acquisizione degli spazi finanziari devono essere comunicate, per il 2017, entro il 30 aprile.

Le Regioni definiscono l’attribuzione degli spazi disponibili e comunicano agli enti locali interessati i saldi obiettivo rideterminati entro il successivo 31 maggio.

In caso di inerzia di Regioni e province autonome è previsto un potere sostitutivo dello Stato, che si conclude con la redistribuzione degli spazi finanziari entro il 15 giugno 2017.

Per le Province autonome di Trento e Bolzano e per le Regioni a statuto speciale Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, le norme in questione trovano applicazione locale in base ai rispettivi ordinamenti.

Il patto di solidarietà nazionale, finalizzato alla redistribuzione su scala nazionale degli oneri di finanza pubblica assegnati agli enti territoriali, favorirà le operazioni di investimento non soddisfatte in ambito regionale, svolgendo quindi una funzione complementare rispetto alle intese regionali. In questo caso, gli enti comunicano gli spazi che intendono cedere od acquisire, per il 2017, entro il 15 luglio.

La distribuzione degli spazi finanziari e la comunicazione agli enti interessati si conclude entro il 31 luglio.

Lo schema di decreto individua anche le priorità di assegnazione degli spazi finanziari, tanto nell’ambito delle intese regionale che dei patti di solidarietà nazionali:

  1. comuni esclusi dai vincoli di finanza pubblica nell’anno 2015 in quanto con popolazione fino a mille abitanti;
  2. enti territoriali che dispongono già dei progetti esecutivi, corredati del cronoprogramma delle spese e presentano la maggiore incidenza del fondo di cassa rispetto alla quota vincolata agli investimenti del risultato di amministrazione;
  3. enti territoriali che dispongono già dei progetti esecutivi, corredati del cronoprogramma delle spese e presentano la maggiore incidenza del fondo di cassa, rispetto alla quota libera del risultato di amministrazione destinata agli investimenti.

Le intese regionali possono comunque individuare ulteriori modalità applicative della redistribuzione

Il DPCM recepisce, infine, l’esigenza di un coordinamento dell’attuazione della flessibilità con l’istituzione di un “Osservatorio” compartecipato presso la Ragioneria generale dello Stato.

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